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GAZZETTA DELLO SPORT Holebas, un greco per il foro romano sulla fascia sinistra

Holebas
Holebas

(D. Stoppini) – Millecentododici giorni cercando un terzino sinistro. Dal 18 agosto 2011, Slovan Bratislava-Roma, non esattamente il migliore dei ricordi, la prima uscita della società Usa: Jose Angel titolare, forse il simbolo di una fascia senza padroni. Se un difetto si può trovare, andando a scavare tra i 47 acquisti per la prima squadra dell’era Sabatini, è proprio da quella parte. Fascia mancina, tiri mancini: è l’eccezione, a ben guardare. È l’unico ruolo in cui la Roma — in questi tre anni — non ha mai trovato un titolare indiscusso e indiscutibile, una certezza sul campo, uno per cui pensi di essere a posto da qui a chissà quanti altri giri di valzer. E allora sai che c’è? Se Cole non convince in precampionato, se Emanuelson non si dimostra pronto al punto da essere escluso dalla lista Champions, meglio triplicare la scelta. Holebas è arrivato per questo. Per mettere pace a sinistra.

 I DUBBI E magari pure per stimolare al meglio Ashley Cole, che — sarà un caso — contro la Fiorentina ha mostrato i primi veri segnali incoraggianti. Perché a Trigoria qualche dubbio era venuto: possibile che l’inglese sia questo qui? Possibile che dopo essersi messo a studiare l’italiano ed aver affascinato persino James Pallotta nella tournée Usa, ora soffra così incredibilmente i ritmi di Rudi Garcia? Possibile sì. Anche per una naturale gestione delle forze: a 34 anni alle amichevoli va dato il giusto peso. Peso che magari sarà costituito in futuro dai ripetuti impegni che la Roma dovrà sostenere almeno fino a dicembre e chissà, forse anche oltre. Serve un vice, serviva un vice con la voglia di diventare titolare. Emanuelson già convive con l’infelice etichetta di nuovo Bastos, Balzaretti (come si legge a fianco) ha problemi ben più seri, Torosidis deve già pensare a ben sostituire Maicon. Così Sabatini s’è fatto due conti regalandosi i tatuaggi di Holebas, maglia 25, che in matematica è definito un numero idoneo e potente.

 I BOCCIATI Idoneo e potente, proprio quello serve per una fascia fin qui davvero sinistra. Il perché andrebbe chiesto a Luis Enrique, a Zeman, magari ad Andreazzoli, oppure allo stesso Garcia. Prendi Jose Angel: Luis Enrique per lui si spese personalmente, in estate gli era pure balenata l’idea di portarselo a Barcellona. A Roma ancora si chiedono come sia possibile. In estate l’hanno regalato al Porto: cessione a titolo gratuito, riservandosi un diritto sull’eventuale futura vendita da parte del club portoghese, non sia mai esploda davvero. Lui, primo di altri sette esperimenti comunque controversi, anche per motivi molto differenti tra loro. A sinistra, oltre allo spagnolo, hanno tentato l’impresa Taddei, Marquinho, Balzaretti, Dodò, Torosidis, Bastos e Romagnoli. Niente da fare, almeno dal punto di vista tecnico. Lo stesso Torosidis ha dimostrato di essere molto più funzionale sull’altra fascia. Bastos è stato una meteora, Romagnoli una soluzione d’emergenza, Dodò il rimpianto più grande di Sabatini, convinto tuttora che il brasiliano possa diventare un grande terzino. Per il momento è una grande plusvalenza, se è vero che nel giro di due anni porterà nella casse di Trigoria 9 milioni di euro. Rudi Garcia però cercava altro. Cole è stata l’occasione, Emanuelson il jolly, Holebas il tampone a un’emergenza che più passa il tempo più assomiglia a una maledizione da scacciare.

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