Controlla meglio che contro la Juve, il vantaggio presto acquisito grazie allo spunto di Lamela una Roma certamente meno spregiudicata sia nella spinta sulle fasce sia nella costante attenzione agli spunti e alle verticalizzazioni del Napoli nella zona centrale del campo. La velocità e l’intensità del gioco azzurro, non certo irresistibili, consentono ai giallorossi di non soffrire oltre il dovuto sia a centrocampo che in difesa; ritroviamo Totti libero di giostrare dove più “sente” feeling con il gioco offensivo e il giovane talento argentino più arretrato e decentrato rispetto al fronte di attacco romanista; il forcing napoletano si intensifica sul finale del tempo, sfruttando la fascia sinistra avversaria e la verve e la dinamicità esplosiva di Maggio.
Ma e’ nella zona nevralgica del campo che la Roma vince la sfida del primo tempo, con la supremazia numerica sull’avversario sia nella fase di costruzione che di contenimento, vanificando il dispositivo preparato da Mazzarri nel suo elastico 3-5-2. Inizio del secondo tempo al fulmicotone per il Napoli che getta nella partita orgoglio ed intensità di gioco, costringendo la Roma ad un possesso palla limitato e con pochi sbocchi offensivi; sono gli automatismi a centrocampo che impediscono agli attaccanti romanisti di ricevere palloni giocabili; la spinta propulsiva degli azzurri si spegne con l’invenzione del duo Totti Osvaldo , ma soprattutto con il grande movimento delle punte romaniste capaci di rincorrere fin nella propria area gli avversari.