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LA REPUBBLICA Stranieri, ecco il piano: sempre in campo almeno quattro italiani

Carlo Tavecchio
Carlo Tavecchio

(E. Currò) – Almeno 4 italiani sempre in campo nella formazione di partenza. Serie A ridotta a 18 squadre, se non addirittura a 16, e serie B a 20. Oltre a inaugurare il girone di qualificazione della Nazionale di Conte a Euro 2016, la partita di domani sera a Oslo segnerà anche la fine delle chiacchiere per la nuova Figc. Dalla prossima settimana Tavecchio sa di dovere cominciare la fase delle riforme promesse e in particolare delle due più sbandierate: la riduzione della serie A della serie B e le contromisure all’invasione degli stranieri. Non possono ritardarne l’avvio né lo spauracchio del giudizio dell’Uefa per l’ormai famosa gaffe razzista del neopresidente federale, né il contestatissimo presenzialismo del suo grande elettore Lotito accanto agli azzurri: si tratta di problemi evidenti d’immagine, ma Tavecchio ritiene di poterli superare con disinvoltura. Il suo obiettivo è ambizioso: riformare il calcio italiano in soli 7- 8 mesi, presentandosi all’inizio della prossima stagione con la questione stranieri risolta e con la veste dei nuovi campionati approvata dalle Leghe di A e B. Il suo rivale Albertini, quando era vicepresidente di Abete e responsabile del Club Italia, si scontrò con la burocrazia e con i veti dei club, che stopparono ogni idea di innovazione.

Ora tocca a lui. In teoria è spalleggiato dalla maggioranza dei presidenti di club, guidati dal presidente della Lazio Lotito, demiurgo della commissione riforme. In pratica, dopo l’imminente consiglio federale tecnico-normativo, dovrà trasformare questo credito in risultati concreti. Il caso stranieri è il più popolare e il più semplice da affrontare. Lo ha sollevato Conte stesso e non passa giorno senza che i giocatori della Nazionale raccolgano l’allarme del ct. Dopo il capitano Buffon, ieri lo ha fatto Giaccherini, transfuga al Sunderland. «Vista dall’estero, la serie A ha perso valore tecnico. E per i nostri giovani è sempre più dura: più del 50% dei calciatori sono stranieri». La questione verrà dunque affrontata di petto, entro dicembre, con due soluzioni allo studio. La prima è l’introduzione del limite minimo di italiani nella formazione iniziale, già dalla prossima stagione: almeno 4 sempre in campo tra gli 11 (e se uno viene sostituito, va subito rimpiazzato da un altro) per arrivare via via all’obbligo dei 6 su 11, che potrebbero passare addirittura subito, dal 2015-16: in questo caso, però, non ci sarebbe l’obbligo di usare solo gli italiani per sostituire chi esce tra i 6 di partenza. La misura protezionistica non sarebbe passibile di ricorsi legali: non intacca la libera circolazione dei comunitari, il cui tesseramento resterebbe illimitato. La seconda modifica allo studio riguarda gli extracomunitari: per evitare il più possibile “bidoni” ingaggiati talvolta per oscure ragioni affaristiche, la loro idoneità tecnica verrebbe vagliata, come in Inghilterra, da un’apposita commissione che ne studi il curriculum.

Completerebbero il quadro la riforma dei settori giovanili e la creazione dei centri federali. È più laboriosa la riduzione di serie A e B: è necessaria l’approvazione, da parte delle due Leghe, dei meccanismi di retrocessione e delle annesse compensazioni economiche. Anche se accadesse entro primavera, per il nuovo formato a regime servirebbero almeno due stagioni. Quanto ai complicati rapporti tra i club e la Nazionale, testimoniato dal fresco attrito tra la Juve e il team manager azzurro Oriali per Chiellini, è un lavoro per i diplomatici della Figc. Tra i quali non figura il consigliere federale Lotito, che non ha alcuna intenzione di allontanarsi dalla Nazionale. Oggi salirà sul charter azzurro per Oslo (contingentato a quota 95 passeggeri). Il dubbio è sulla sua presenza in Norvegia durante la rifinitura, in panchina come mercoledì scorso a Bari, e in mattinata a Coverciano, per l’incontro tra arbitri e capitani di serie B. Decide Tavecchio. E dalla decisione si capiranno molte cose.

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