(U. Trani) La Roma rimane a punteggio pieno come la Juve. E’ l’unica cosa che conta dopo il viaggio in Toscana: l’1 a 0 del Castellani, contro la neopromossa Empoli, è striminzito e sbiadito. Anche sciapo, ricordando certe prestazioni del gruppo di Garcia nel campionato scorso. Ma è pesantissimo perché ottenuto a cinque giorni dal debutto in Champions. Quindi, nonostante gli sforzi dell’allenatore giallorosso che ha giustamente preteso la massima concentrazione per questa prima trasferta, la testa dei giocatori è alla sfida contro il Cska Mosca che, per la cronaca, ha battuto solo 2 a 1 l’Arsenal Tula, ultima in classifica della Russian Premier League. Insomma anche la prossima rivale di coppa si è risparmiata per la gara di mercoledì all’Olimpico.
Calendario impegnativo – Bisogna cominciare a ragionare in modo diverso. Lo stesso Garcia ha detto, già prima del via in questo torneo, di non fare paragoni con quanto visto l’anno scorso. Adesso le energie vanno dosate. La Roma, contando la partita del Castellani, ne giocherà 6 in 17 giorni e la settima sarà lo scontro diretto a Torino contro la Juve. Il calendario è impegnativo e quin- di non si può pretendere di vedere sempre spettacolo e gol. Per puntare in alto conta vincere e magari senza faticare troppo. Come è successo contro l’Empoli, davanti all’ex (doppio) Spalletti. De Sanctis ha fatto solo una parata, a un quarto d’ora dalla conclusione del match: tiro dalla distanza, nemmeno troppo impegnativo, di Mchedlidze. Mai brividi nella sua area, con il portiere che ha avuto anche il tempo di cambiarsi gli scarpini a metà ripresa. Le uniche chance sono state per Florenzi e Maicon, quindi esclusivamente giallorosse.
Concreta e solida – Nainggolan, come contro la Fiorentina, sblocca il risultato proprio prima dell’intervallo: destro da fuori, palo e palla che, dopo aver rimbalzato sulla schiena di Sepe, entra in porta (45′). Vittoria, dunque, su autorete. Ma comunque meritata. Perché la Roma, senza alzare il ritmo, riesce comunque a schiacciare l’Empoli e a trovare il gol. Usando la fascia destra, dove Maicon attacca come nei giorni migliori e rientra però camminando: ancora non è al top e si capisce quando si pappa due reti grandi così, una per tempo, sempre su tocco di Florenzi (prima appoggiando di testa e nella ripresa di piede). Il brasiliano colpisce il palo e, più tardi, il portiere. Garcia gli fa capire che certi errori possono costare cari. La seconda chance sarebbe servita per chiudere anticipatamente la sfida.
Vuoto a sinistra – Gervasoni, prima del tiro vincente di Nainggolan, toglie il rigore più evidente che ci sia a Pjanic: destro respinto in tuffo, con le braccia come fosse Sepe, di Tonelli (42′). Se a destra, grazie a Florenzi e a Maicon, i giallorossi sono efficaci, non convincono sul lato opposto. Cole è in difficoltà: perde palloni, come se gli scottassero tra i piedi, e si vede poco in fase offensiva. Davanti a lui Ljajic spreca il pomeriggio che gli concede l’allenatore, capace di rinunciare contemporaneamente alle frecce Iturbe e Gervinho, quest’ultimo entrato solo nel finale, e all’ arco Totti. In panchina, insomma, il probabile tridente per il Cska.
Difesa imbattuta – La Roma, nella ripresa, rallenta: l’obiettivo è mettere in cassaforte il risultato. Il 4-3-1-2 di Sarri è decente, ma vive sulle ripartenze che De Rossi e Nainggolan limitano al minimo. Al resto pensano Manolas e Castan: il primo conferma di essere giocatore di qualità e sostanza, l’altro, al rientro, fa in pieno il suo dovere, ma chiede il cambio dopo il primo tempo per evitare altri imprevisti. Astori, al suo posto, si comporta bene e tranquillizza Garcia per la partita di Champions. Il reparto arretrato tiene anche contro l’Empoli e torna nella capitale senza prendere gol. Imbattibilità che dipende dall’equilibrio di squadra. Ormai è nel dna del gruppo giallorosso. Destro ritrova il posto da titolare, non il gol (è a digiuno in campionato da cinque mesi). Da prima punta non riesce a muoversi in profondità e spesso finisce oltre la linea difensiva avversaria: i compagni non possono lanciarlo in verticale. Come vorrebbero. Nella ripresa, quando entra Keita per Pjanic che va a sprazzi e ha qualche doloretto, la Roma passa dal 4-2-3-1 al 4-3-3 e torna a fare possesso palla. Destro, a quel punto, esce dal match. Sarri espulso dal campo (27’), per aver chiesto un rigore che non c’è. Manolas prende la palla e non Mchedlidze. La Roma i tre punti, allungando la striscia positiva in Toscana e ritrovando il successo a Empoli dopo quasi undici anni.