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IL MIGLIORE E IL PEGGIORE Standing ovation per Gervinho. Poca concentrazione in difesa, soprattutto nel finale

Migliore Peggiore GazzettaGiallorossa
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Torna la rubrica di GazzettaGialloRossa.it “IL MIGLIORE E IL PEGGIORE“. Offriremo un’analisi delle prestazioni del calciatore che ha maggiormente brillato e di quello che, invece, ha convinto meno nelle gare della As Roma.

E’ una Roma da applausi a scena aperta, quella che torna in Champions League. Tre anni e mezzo fa, infatti, l’ultima apparizione giallorossa nell’Europa che conta: lo Shakhtar di Lucescu eliminò a valanga la squadra capitolina con il risultato totale di 6-2 in quel lontano 2011. Sembra passata un’eternità da quella squadra delusa e tanto contestata, eppure ieri sera la Roma ha dimostrato a tutta l’Europa che in Champions ci sa stare. E anche bene. Il Cska Mosca si è dovuto arrendere dopo appena un tempo di gioco, devastato dalle frecce imprendibili Iturbe-Gervinho, dalla qualità cristallina di Pjanic, dalle invenzioni dell’immortale Francesco Totti e dalla rocciosità di Manolas che sembra giocare in questa squadra da una vita, giusto per elencarne qualcuna. Una splendida serata per i tifosi giallorossi che si sono stropicciati gli occhi più e più volte, davanti ad uno spettacolo tale diretto da un perfetto Rudi Garcia che aveva promesso in conferenza a tutto l’ambiente che la sua rosa ci avrebbe fatto “godere questa serata”. Promessa mantenuta.

IL MIGLIORE: Gervinho

Se c’è ancora qualcuno che dubita ancora sulle qualità di questo giocatore alzi la mano. Non avrà la stessa tecnica di Leo Messi, non avrà la stessa freddezza sotto porta di Cristiano Ronaldo, ma ieri sera sembrava avere tutte queste caratteristiche. Quando parte palla al piede è imprendibile e contro il Cska Mosca l’ha dimostrato ancora una volta, se ce ne fosse bisogno. Ci vogliono appena 10 minuti per capire che è la sua serata: prima serve un cioccolatino ad Iturbe, che l’argentino scarta con piacere e tanta golosità; poi l’argentino gli rende il favore dopo appena 3 minuti e con una lucidità inaspettata stoppa il pallone in mezzo a due uomini e dal centro area fa partire un tiro di punta che stende il povero Akinfeev. Finita qui? Assolutamente no, perché l’ivoriano non si ferma mai e al minuto 31 fa esplodere l’Olimpico: Totti fa un lancio dei suoi da metà campo, lanciandolo negli spazi che lui adora, sterzata a saltare l’avversario e sinistro a battere nuovamente il portiere russo. Esce un po’ con il muso al 71′, ma scaccia subito via il pensiero della ricercata tripletta grazie alla standing ovation che gli dedica tutto il popolo giallorosso. E’ l’arma in più di questa squadra pazzesca che ora può pensare davvero in grande. Non solo in Italia.

IL PEGGIORE: La difesa 

In una serata così bella e spumeggiante, è difficile trovare un peggiore in campo o una nota negativa. Ma forse una ce n’è e si può ben capire dalle parole di Morgan De Sanctis, intervistato a fine gara: “Il gol preso? Penso al Napoli che l’anno scorso è stato eliminato per un gol, con 12 punti, in un girone simile è meglio stare attenti”. Quella rete incassata al termine del match da Musa (che potevano essere due se non fosse per il gol-fantasma non concesso al Cska) avrà di certo fastidio al portiere abruzzese e al tecnico tanto perfezionista Garcia. Sul 5-0 è normale e fisiologico un calo di attenzione, caratterizzato anche dai tanti infortuni (Iturbe, Manolas, Astori) che hanno obbligato la rosa giallorossa a giocare gli ultimi minuti di gioco in dieci uomini e con Keita centrale di difesa, che non è propriamente il suo ruolo, ma la differenza reti conta moltissimo nella fase a gironi, De Sanctis docet e quelle disattenzioni difensive si potevano e si dovevano evitare, soprattutto quando nelle prossime partite non ci sarà il Doumbia di turno (vedi anche il gol divorato dall’attaccante nel primo tempo), ma giocatori del calibro di Lewandoswki o Aguero. Garcia come sempre farà tesoro di questi piccoli errori…

A cura di Leonardo Esposito (Twitter @Lnrd_Spst)

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