(A. Schianchi) Il calcio, a volte, esalta per la sua semplicità. Date a un allenatore due attaccanti veloci da piazzare sulle fasce e un genio come Totti in grado di servirli, e avrete fatto la felicità di un uomo. Lo spettacolo è garantito, i gol pure. Gli applausi e l’entusiasmo sono la naturale conseguenza. Non servono alchimie tattiche, schemi «spaccacervelli», movimenti da scienziati. Palla al migliore, cioè Totti, gli altri corrono a tutta birra e lui sceglie, a seconda delle circostanze, se lanciare l’uno o l’altro. I difensori avversari, nella maggior parte dei casi, se li vedranno passare davanti agli occhi senza poter intervenire, colpiti e sorpresi sia dalla genialata del numero 10 sia dalla velocità dei due assatanati che attaccano l’area di rigore. Gervinho e Iturbe (fino a quando resta in campo) sono devastanti un po’ perché la retroguardia del Cska Mosca è davvero imbarazzante e un po’ perché Totti li trova sempre nel momento giusto e deposita il pallone sui loro piedi. Non hanno che da fare due passi e calciare: facile, no?
Precisione Nel primo tempo Totti, pur non spingendo troppo sull’acceleratore (non ce n’è bisogno data la debolezza del Cska), dà alcune dimostrazioni di tecnica che andrebbero studiate dai bambini delle scuole calcio. Innanzitutto: 29 passaggi effettuati e soltanto 4 sbagliati (86 per cento di precisione). Considerate che il capitano della Roma si muove spesso in spazi ristretti, raramente è libero e quasi sempre ha un avversario a disturbarlo. Con queste premesse essere precisi nel tocco è ancora più complicato. Totti, maestro del coro, fa vedere a tutti che l’età non è un problema, quando c’è il talento. Con le spalle rivolte alla porta avversaria, in occasione del secondo gol di Gervinho, riceve il pallone, vede con la coda dell’occhio la corsa del compagno e lo serve con impressionante precisione. Segnare, a quel punto, è poco più di una formalità. Nel secondo tempo, logico che ci sia un calo: di tensione, di attenzione e, quindi, anche in fatto di precisione. I passaggi di Totti, nella ripresa, sono 36, di cui 29 giusti: la percentuale di precisione è dell’80 per cento.
Appoggio Per capire il modo di giocare della Roma è sufficiente analizzare il dato relativo alle sponde. Totti ne fa 4, esattamente come Pjanic e Nainggolan. Ciò significa che i giocatori di Garcia, spesso, scelgono la soluzione dell’appoggio arretrato al compagno per aprirsi un varco tra gli avversari e concludere a rete. In tutto i giallorossi effettuano 19 sponde: tantissime. Così come tanti sono i lanci di Nainggolan, addirittura 10. Mica male per un mediano… Il fatto è che il Ninja sa soffrire in copertura, quando è il caso (non contro il Cska Mosca), ma sa pure distribuire palloni deliziosi e, se c’è l’occasione, arrivare al tiro. Centrocampista di lotta e di governo, insomma. Lo spartito giallorosso è semplice da leggere: la manovra parte da Keita, arriva a Totti che appoggia a Nainggolan e poi ecco il lancio lungo sulla fascia opposta dove Maicon va a conquistarsi lo spazio d’azione. Su 110 passaggi fatti, il belga ne fallisce soltanto 6: una miseria. Direte: ma quelli del Cska non hanno mai pressato, non hanno mai contrastato, non hanno mai dato fastidio. Verissimo. Però 104 passaggi giusti sono parecchi, a volte non riescono nemmeno se li fai da solo nel cortile di casa…