(A. Pugliese) Ad un certo punto, l’impressione era quella, che la Roma potesse sbloccare la partita solo con una giocata da fermo, cosa poi successa con la pennellata di Pjanic (104 passaggi positivi, come Keita, in due il 37% del totale giallorosso). Ma tra la Roma del primo tempo e quella della ripresa c’è un abisso in termini di spazi e tempi di gioco. Merito (o demerito) del Parma, che nei primi 45’ ha provato a giocarsela a viso aperto, allungando giocoforza gli spazi tra le linee (difesa e centrocampo) e lasciando campo alla fantasia di Totti, centravanti atipico, perfetto nel «gioco a risucchio», che a turno ha portato fuori dalla proprio area di competenza prima Felipe e poi Lucarelli. E non è un caso che nelle zone di densità di gioco, alla fine Totti risulti molto più basso sia di Ljajic sia di Gervinho, quasi tutti sovrapposti centralmente.
RISUCCHIO CENTRALE – Il gol di Ljajic (3 occasioni create come Totti, anche se per lui c’è il 100% di dribbling positivi) è arrivato proprio così, con Felipe costretto ad uscire fino ai 35 metri dalla porta e Ljajic bravo ad infilarsi nello spazio lasciato libero dal capitano giallorosso (causa anche la complicità di Lodi, che non si è mai abbassato per pressare e togliere spazio a Totti quando accorciava). Era già successo con Pjanic (in tutto 10 sponde) e con Gervinho (ieri in chiaroscuro, non ha mai saltato l’uomo, per lui 5 dribbling negativi su 5), anche perché il 433 del Parma in fase difensiva diventava un 4411, con a destra prima Palladino e poi Belfodil un po’ più alti a dare assistenza a Cassano. Ed infatti Ljajic si è infilato proprio in quel lembo di campo lì, dove Pedro Mendes si è dovuto alzare per andare a coprire il campo lasciato libero da Palladino.
SORPRESA HOLEBAS – Dopo il pari di De Ceglie, è cambiato però un po’ tutto, perché Donadoni ha abbassato il baricentro del gioco, compattando le due linee, rinunciando ad offendere e togliendo spazio alle giocate di Totti. Tanto che per trovare ossigeno, Francesco si è dovuto spostare spesso a sinistra, levando però spazio alle sovrapposizioni d Holebas. Il greco è quello che ha crossato di più (4), anche se chiude con 9 palle perse. Nulla rispetto alle 22 di Totti, quasi tutte nella ripresa. Del resto, lì gli spazi per giocare, erano ormai minimi.