(M. Pinci – S. Scacchi) – Le coppe europee sono una festa di gala che però ha codici di ingresso severissimi. Inter e Roma sono state richiamate all’ordine dall’Uefa per deficit economico eccessivo rispetto alle norme del Fair play finanziario. È la prima volta per club italiani. Insieme a giallorossi e nerazzurri, nella lente di ingrandimento dopo il ritorno in Champions ed Europa League, tremano anche Monaco, Besiktas, Krasnodar, Liverpool e Sporting Lisbona. E altri 115 club europei vengono monitorati dall’organismo di controllo finanziario di Nyon.
Sulla loro testa pende la spada di Damocle di sanzioni potenzialmente severissime: la riduzione dei giocatori da inserire nella lista per le coppe (come successo a Psg e City, multate anche con 60 milioni), il blocco del mercato e l’esclusione dalle competizioni internazionali. Inter e Roma però sperano di cavarsela con un richiamo ufficiale o una multa. Per farlo, dovranno convincere i tecnici della Commissione contabile interna Uefa che poi relazionerà alla Commissione licenze, chiamata a prendere i provvedimenti definitivi. La strategia delle italiane è simile. Indiscutibile lo sforamento del tetto di 45 milioni di perdita nell’ultimo triennio. Ma è possibile dimostrare di aver adottato misure virtuose nel recente passato: contenimento del monte ingaggi, aumento dei ricavi commerciali e campagne acquisti senza spese folli. L’Inter spera di portare in dote anche nuovi contratti di sponsorizzazione con aziende conosciute in tutto il mondo.
Ieri il Cda nerazzurro ha approvato il bilancio 2013-14 che prevede ancora un “rosso” di quasi 85 milioni, sul quale ha influito l’assenza dalle coppe. Ma questo dovrebbe essere l’ultimo esercizio in forte perdita. Scrive invece la Roma in un comunicato: «Tre anni fa abbiamo rilevato un club in evidente difficoltà. Siamo orgogliosi dei traguardi raggiunti in breve termine e certi che la nostra politica societaria possa essere considerata un modello». Questa è una carta che può essere giocata anche dall’Inter: il cambio di proprietà. Se le nuove gestioni dimostreranno di aver subito operato in modo virtuoso, i contabili di Nyon potranno essere più clementi. Il primo esame davanti all’Uefa andrà in scena entro fine anno. Eventuali sanzioni saranno decise a maggio 2015.
Ieri pranzo tra Barbara Berlusconi, Galliani e Thohir a Macherio, concluso da un comunicato congiunto delle due società. In agenda, più che il nuovo stadio – Inter tiepida, Milan consapevole della difficoltà dell’impresa – c’è stato l’ammodernamento di San Siro. Il modello è il Bernabeu che sembrava destinato alla pensione prima degli interventi che lo hanno reso bellissimo. L’obiettivo è avere un impianto degno della finale di Champions League 2016, ma anche più facilmente utilizzabile dalle due milanesi senza continui lavori di adeguamento in base a chi gioca in casa. Per questo motivo sono allo studio aree ospitalità separate tra nerazzurri e rossoneri, sfruttabili anche durante la settimana: una logica da doppio impianto con uno stadio solo. In questa partita entra anche la Snai che potrebbe collaborare con i club per lo sviluppo e la gestione del Trotto, di sua proprietà e adiacente al Meazza.