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REPUBBLICA.IT Roma-Verona 2-0: capolavori di Florenzi e Destro

Florenzi
Florenzi

(M. Gaetani) ROMA – Uno stallo che sembrava infinito, col bunker di Mandorlini a prova di bomba. Servivano due magie e sono uscite dai cilindri di Alessandro Florenzi e Mattia Destro. Due magie che valgono il quinto successo in altrettante gare di campionato e che lanciano la Roma in vetta alla classifica, aspettando l’impegno juventino a Bergamo e alla vigilia di una settimana che magari non sarà decisiva ma che potrà già raccontare molto sulla stagione che attende i ragazzi di Rudi Garcia, di scena prima a Manchester contro il City e poi a Torino contro la Juventus. Cade, per la prima volta quest’anno, il Verona: partita oculata, guastata soltanto da due capolavori.

LE MAGIE – E’ dunque corretto provare a partire dal fondo, dopo 75 minuti in cui le due squadre si sono date battaglia, pur con un’ovvia supremazia casalinga. Pjanic per Nainggolan, Tachtsidis lo ferma ma sbaglia la misura del tocco per Ionita. Diventa un tocco per Florenzi, in una porzione di campo pericolosa ma non letale. Il nuovo entrato sente la porta pur senza vederla, destro rasoterra di prima intenzione da 25 metri che va ad insaccarsi sul palo alla sinistra di Gollini, ancora fra i pali per la contemporanea assenza di Rafael e Benussi: il giovane portiere è sorpreso, secondo gol in sei giorni nella stessa porta per il nuovo eroe delle nonne italiane. Lo spartito tattico ospite va ovviamente in soffitta ma il 2-0 non arriva certo per un contropiede subito. Rinvio di De Sanctis, Destro stoppa di petto qualche metro oltre il cerchio di centrocampo. Uno sguardo a Gollini, un altro al pallone. I metri sono 41, il tiro è di una rara combinazione di violenza e precisione. Gollini rientra affannosamente ma non può coprire i pali, il centravanti corre a festeggiare forse il più bel gol della sua carriera, dopo una gara opaca e almeno due netti errori sotto porta.

NIENTE TONI – La partita era iniziata con la sorpresa dettata dalla scelta di Mandorlini di rinunciare a Luca Toni: il tecnico torna al 4-3-3 dopo la breve escursione dell’infrasettimanale ma al centro dell’attacco c’è Nené. I primi quindici minuti fanno pensare a un Hellas murato in area di rigore – Gomez e Jankovic arretrano fin sulla linea difensiva, alla prova dei fatti è praticamente un 6-3-1 – ma dopo l’iniziale pressione giallorossa gli scaligeri iniziano a proporsi in avanti, pur tremando su un destro di Maicon e, soprattutto, su un colpo di testa di Destro da due passi: sfera a lato. Juanito Gomez è il più in palla nell’attacco ospite, va via bene a Yanga-Mbiwa ma il suo diagonale è flebile. La Roma va vicinissima al gol dopo la mezz’ora, col suo protagonista più atteso.

TOTTI NON SI REGALA IL GOL – Francesco Totti compie infatti 38 anni e l’Olimpico è tutto per lui: Garcia lo schiera assieme a Destro e Ljajic, il capitano giallorosso viene beffato da Sorensen su un bel cross da destra ma poi va ad un passo dal vantaggio. Cross ancora di Ljajic, stavolta rasoterra. L’uscita di Gollini è frettolosa, Moras pasticcia in chiusura e il pallone rotola verso il fondo. Totti prova a correggere in scivolata, la porta è vuota, palo-Sorensen a salvare il Verona. Finale di frazione, a sorpresa, tutto ospite. Due palle gol per Nené, che nella prima occasione anticipa il suo compagno Ionita di testa e mette a lato, poi manca l’impatto in area piccola. Infine è De Sanctis a doversi sporcare i guanti su un diagonale di Juanito Gomez. Mandorlini perde Obbadi al 43′, spazio a Campanharo.

HELLAS IN TRINCEA, NON BASTA – L’inizio di secondo tempo della Roma è devastante. E’ praticamente un 8 contro 8 in attacco, Maicon e Cole sono sulla linea delle punte, il brasiliano pesca Totti dopo 35 secondi, destro che Gollini alza in corner. Il 10 giallorosso serve Ljajic al 3′, conclusione sporca del serbo, si salva il Verona. Che però balla, non ha più la forza necessaria per riproporsi con gli esterni, costretti a un lavoro sfiancante di copertura. Su un angolo da destra nessuno segue Yanga-Mbiwa, colpo di testa fuori di un soffio. La Roma preme, dentro Florenzi per Totti e Gervinho per Ljajic, con l’ivoriano che inizia a seminare il panico sulle corsie. I suoi cross sono tutti preda di un gigantesco Marques e il Verona, al 28′, assapora quasi il gusto del vantaggio. Punizione tagliatissima dell’ex Tachtsidis, il pallone sfila, non viene toccato da nessuno e De Sanctis non può nulla. Fuori, anche qui per un’inezia. Due minuti più tardi c’è la magia di Florenzi, che al 36′ va anche vicino al bis su assist del travolgente Gervinho: traversa. Chiude Destro e la Roma, che a fine partita si ritrova con Seydou Keita – altra prova maiuscola dell’ex Barça – con la fascia di capitano, può mettersi comoda a guardare la Juventus. Prima di una settimana che dirà tanto sul suo futuro.

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