(E. Menghi) Un’altra sofferenza, un altro gesto tecnico da ricordare e applaudire, ma soprattutto un’altra vittoria, la quinta consecutiva in campionato, che permette alla Roma di aspettare Atalanta-Juventus sola in vetta. Garcia fa un’eccezione alla regola del turnover per Totti, titolare nel giorno del suo 38esimo compleanno, nonostante la vicinanza con il match di Manchester. Il tridente è un inedito in questa stagione, perché con il capitano ci sono Ljajic e Destro. La mediana non cambia per mancanza di alternative, dietro tornano Maicon e Cole sulle fasce. Il brasiliano si era allenato bene negli ultimi due giorni e in partita ha confermato l’ottima condizione fisica. Dopo 13’ minuti si fa trovare da Destro al limite dell’area e prova il tiro, impreciso. Due minuti più tardi, si invertono le posizioni (ovvero tornano quelle naturali) e sul cross di Maicon Destro di testa ha l’occasione più grande del primo tempo, ma se la divora mandando al lato a porta spalancata. Decisivo l’intervento di Sorensen che toglie dalla testa di Totti un pallone che il numero 10 giallorosso stava cercando in tuffo. Al 32’ Maicon appoggia a Ljajic, Moras invece che liberare l’area tocca all’indietro, Totti si avventa sul pallone, ma ancora Sorensens, poi il palo e Tachtsidis gli negano la rete. Il primo spavento per De Sanctis arriva al 34’: Nenè di testa angola troppo, ma la difesa romanista dimostra di soffrirlo un po’. Al 38’ Cole sbaglia la diagonale, Yanga Mbiwa non tampona e Gomez prova a far male al portiere ex Napoli, che è attento e para, ma si fa anche un po’ male. Nulla di grave, il riscaldamento di Skorupski è solo precauzionale e nella ripresa non si registrano cambi, nemmeno tra i pali. La Roma è quella di prima ma mette lo sprint nel secondo tempo e, dopo una manciata di secondi, Maicon serve Totti all’altezza del dischetto, Francesco calcia un rigore in movimento praticamente perfetto, ma Gollini non lo fa passare. Gustavo ostacola subito dopo Ljajic, che crolla in area, ma per l’arbitro non c’è nulla. Al 16’ Yanga Mbiwa tenta di testa, ma non va. La doppia linea davanti a Gollini funziona e il centrocampo folto mette in difficoltà i mediani giallorossi, che hanno poco spazio di manovra. Garcia prova a cambiare le cose inserendo Gervinho e Florenzi e alla mezz’ora arriva puntuale il gol di Alessandro, che dalla distanza scarica un destro poco potente ma ben angolato che si infila in rete per l’1-0. L’Olimpico esplode in un boato di liberazione, tutta la panchina va a festeggiare con il ragazzo di Vitinia che sta vivendo un momento d’oro. Dopo l’abbraccio in tribuna con la nonna, stavolta viene letteralmente travolto dai compagni. Al 36’ è sempre lui, su assist di Gervinho, a far tremare il Verona centrando una traversa. Il raddoppio lo firma Destro con una magia: stoppa di petto, vede il portiere un po’ fuori dai pali e va con il destro dai 40 metri, disegnando una parabola che vale tanto la perla su punizione di Pjanic. Il suo gol ha anche un valore in più e lo si capisce dall’esultanza: l’abbraccio con Garcia segna la pace tra i due dopo il cambio contestato dall’attaccante contro il Cagliari. Non poteva andare diversamente nel giorno del compleanno di Totti, che non ha segnato, è vero, ma poco importa, perché la sua Roma ha vinto ancora e il sogno scudetto resta vivo.