(A. Angeloni) Punti lo scorso anno, 85; punti presi fin ora, 15. Cento, il totale in 43 partite. Cento di questi punti, l’augurio che si può fare a Rudi Garcia. Meglio di Capello, dicono i numeri. Ma c’è un numero che Don Fabio si porterà dietro per l’eternità, l’1. Uno scudetto. Che Garcia ancora non ha vinto. Cento punti e anche di più li ha fatti la Juve solo lo scorso anno, questo vuol dire che la Roma di Rudi deve ancora crescere per arrivare davanti ai bianconeri. È la sua mission, ma la strada sembra giusta. La sua Roma, intanto, piace: ammazza gli avversari in poco tempo, vedi Cska e Cagliari oppure li cuoce lentamente, come Parma e Verona. Contro la squadra di Mandorlini è arrivata la classica vittoria della sofferenza, vinta con i cambi, con le forze fresche, con la pazienza. Un successo da grande squadra. Si sarà un po’ preoccupato Bastian Schweinsteiger, presente in tribuna come spia del Bayern Monaco di Guardiola. «Sì, siamo stati bravi soprattutto ad essere pazienti e alla fine la gabbia si è aperta. Forse era meglio inquadrare più i tiri, ma bisogna solo essere efficaci e aspettare. Ci sono stati almeno venti tiri, nel secondo tempo abbiamo aperto il gioco e abbiamo vinto. I cambi decisivi? Tutti sono importanti, anche se giocano solo dieci minuti. Florenzi, ad esempio, porta sempre il suo talento al servizio per la Roma. E Destro, che dire? Solo la classe e l’istinto del bomber, dopo il controllo ha fatto un gran tiro. Un gesto da attaccante puro. L’abbraccio con lui? Adesso dovrò andarmi a fare una radiografia…». Ah ah ah.
Niente City in testa – L’orgoglio principale di Garcia è aver visto la squadra non mollare un centimetro: la Champions di martedì non era il pensiero di nessuno, non c’è stata distrazione. «Mi è piaciuto molto che la squadra aveva gambe e testa sul Verona, ora abbiamo tre giorni per essere pronti per il City, sarà dura ma ce la dobbiamo giocare. Siamo outsider, ma non saremo solo degli spettatori in Inghilterra. Questo gruppo è fantastico. I miei ragazzi sanno che devono scendere in campo con entusiasmo, devono provare piacere nel giocare e dare il massimo, sempre. Sono fiero di essere il capo di questo branco: tutti mi danno la voglia di dare di più, sarebbe bello vincere con loro». E guai, ora, pensare alla Juventus. «Di questa partita non voglio parlare, perché dopo quella sfida ci saranno novantasei punti in palio e tutto può cambiare. Voglio solo essere concentrato su Manchester, giocare la Champions è fantastico. Fiducia e tutte le nostre qualità in campo martedì. Dobbiamo recuperare tutti ed essere pronti».