(A. Pugliese) – E’ una storia di terzini, di andate e ritorni, tra infortuni e anni di sfide. Tante, dirette ed indirette. Ma è soprattutto la storia che lega Maicon ed Ashley Cole al Manchester City, con il brasiliano che all’Ethiad ci ha anche giocato un anno e l’inglese che poteva finirci proprio quest’estate, dopo l’addio al Chelsea e prima dello sbarco a Roma. E invece, per motivi e dinamiche diverse, la loro rivincita se la sono presa proprio nella Capitale, anche se quella di Maicon è bella che avviata da tempo mentre quella di Ashley deve ancora arrivare. Domani sera, però, per entrambi ci sarà un motivo in più per far bene. Perché Maicon vuole cancellare l’unico annus horribilis della sua carriera, vissuto proprio in Inghilterra, mentre Ashley torna per la prima volta da avversario a casa sua, nel Regno Unito. Se poi giocherà, Garcia lo deciderà in queste ore. Su Maicon, invece, non ci sono dubbi. Impossibile lasciare fuori uno così.
La corte del City Dopo l’addio al Chelsea, in Inghilterra in molti erano convinti che potesse essere proprio il City la nuova destinazione di Cole. Un po’ perché lì a guidare la Primavera c’è Patrick Vieira (con cui Ashley ha giocato all’Arsenal) che ha provato a convincerlo, un po’ perché il City aveva bisogno di riempire uno degli 8 slot per la Champions dedicati agli home-trained , i giocatori costruiti in casa o sul territorio nazionale. Cole, invece, ha preferito un’avventura all’estero, la prima, in quel di Roma. Il City, a cui il terzino ha segnato due gol con la maglia dell’Arsenal (l’ultimo nel 2004, 1-0 a Manchester), del resto non è che gli avesse portato poi così fortuna, visto che l’infortunio più grave della sua carriera è arrivato proprio contro i Citizens : era il febbraio del 2010, e in campo il terzino sinistro si fratturò la caviglia sinistra.
Lord Ashley Un brutto colpo, soprattutto a livello psicologico: era il periodo in cui Ashley era nell’occhio del ciclone per i continui tradimenti all’ex moglie Cheryl e quell’infortunio mise a rischio anche la sua partecipazione al Mondiale sudafricano. «Tre punti importanti con il Verona, cinque vittorie su cinque. Il lavoro di squadra permette al sogno di andare avanti», ha twittato ieri l’inglese, che se dovesse giocare oggi metterebbe piede per la 15astagione consecutiva in Champions: meglio di lui finora solo Iker Casillas, che gioca la coppa con le orecchie da 16 stagioni consecutive.
Quanta sfortuna Maicon, invece, al City ci è andato dopo aver vinto tutto all’Inter, ma ne è scappato via dopo un solo anno. Sarà stato per il clima, per l’adattamento, ma anche per il bel carico di sfortuna con cui ha dovuto convivere da quelle parti: prima l’infortunio alla caviglia destra, poi quello al ginocchio destro. In tutto, a fine stagione, arrivarono solo 13 presenze (di cui 3 in Champions) e la triste nomination nella Flop Ten della Premier League di quella stagione (lui ed Adebayor furono i nomi più importanti). Una marea di brutti ricordi, che il terzino brasiliano si è gettato subito alle spalle sbarcando a Roma.
Ancora Brasile Adesso, Maicon vuole gettarsi alle spalle anche un’altra brutta storia, quella dell’esclusione dalla nazionale brasiliana. Ci sta riuscendo a forza di prestazioni, una migliore dell’altra. Tanto che pure Gilmar Rinaldi, coordinatore delle nazionali è dovuto tornare sui suoi passi. «Cosa è successo con lui? Un ritardo, solo un ritardo, nessun altro caso. Lo aspettiamo, Maicon quando va in campo è sempre importante». Tra Rinaldi e Dunga, evidentemente, non c’è molta comunicazione, visto che il c.t. brasiliano aveva fatto intendere poche ore prima qualcosa di eccezionalmente grave. Ma alla Roma tutto questo non interessa. Se Maicon è questo, che Dio lo conservi a lungo. Anche con qualche eccesso in più.