(U. Trani) – «Più che outsider, mina vagante della coppa». Francesco Totti lo ripete spesso. In pubblico e in privato. «Questa Roma può giocare alla pari con chiunque». E’ il suo pensiero stupendo camminando sul campo dell’Etihad stadium, tappeto verde che gli può ispirare altri colpi da biliardo. I 38 anni appena festeggiati, ma anche i 16 senza gol in Inghilterra. Ci riprova a Manchester, dove nè lui nè la Roma hanno mai giocato contro il City, campione in Premier e club che lo sceicco ce l’ha davvero. Il capitano fa cilecca oltremanica dal 3 novembre 1998: 0 a 0 contro il Leeds. Almeno quella notte all’Elland Road non finì ko (nonostante l’inferiorità numerica: espulso Wome a fine primo tempo) e anzi ottenne la qualificazione agli ottavi di Coppa Uefa.
STRISCIA NEGATIVA In Champions la Roma non è mai riuscita a prendere i tre punti in Inghilterra. L’unico successo, nei 17 viaggi: con Capello, senza Totti e in Coppa Uefa. Rete di Guigou ad Anfield il 22 febbraio del 2001. Inutile. Passò il turno il Liverpool. Il capitano stasera fa dieci, numero che ha dato un senso alla sua carriera. Nei nove precedenti, 6 sconfitte. E tre pareggi: dopo quello di Leeds, lo 0 a 0 di Newcastle nella stagione successiva, sempre in Coppa Uefa, e l’1 a 1 di Highbury contro l’Arsenal nella seconda fase a gironi di Champions nel 2003. Ma Francesco non partecipò alla rimonta, espulso per una gomitata a Keown. Regno Maledetto più che Unito.
SOLO DUE RETI Ci pensò Cassano a pareggiare: lui e De Rossi sono gli unici giallorossi a essere riusciti a far centro in Inghilterra in sfide di Champions. Uno ora è a Parma, l’altro infortunato. Non possono, dunque, colpire all’Etihad. Daniele segnò proprio qui. All’Old Trafford, però. Contro lo United che scherzò davanti a Doni: 7-1. Nelle 6 sconfitte inglesi di Totti quella è scontatamente la peggiore. L’unica in cui, magra e triste consolazione, i giallorossi riuscirono a segnare. La striscia comprende il Leeds, in Coppa Uefa, il Liverpool, ancora lo United, il Chelsea e l’Arsenal in Champions. Il capitano aspetta solo di sbloccarsi. Perché il digiuno non è solo inglese, ma stagionale e per diventare il veterano dei bomber di Champions.