(A.Schianchi) – A volte indossa lo smoking, a volte la tuta blu: a seconda delle circostanze e degli avversari. Radja Nainggolan è uno che conosce l’importanza del doppio lavoro, sa portare con nonchalance l’abito delle grandi occasioni, si veste perfino da uomo-assist e manda in rete il suo capitano con un tocco di prima, e poi capisce in un attimo quando è il momento di tirarsi su le maniche, correre e sgobbare come un autentico operaio. Qualunque riforma del lavoro venga partorita dal Parlamento, articolo 18 o non articolo 18, Nainggolan non rischia il licenziamento per giusta causa. La gamba la mette sempre, il cuore pure, e le idee non mancano.
NON SOLO ASSIST – Nainggolan si trova di fronte Yaya Touré, mica un avversario qualunque, eppure non va mai in difficoltà. Pressa, ruba palloni e riparte. Lì nel cuore della Roma, è un punto di riferimento in fase di disimpegno e d’impostazione. Sono 60 i suoi tocchi, e sempre precisi: 42 passaggi e soltanto 4 errori. E poi, a parte la deliziosa imbeccata per Totti-gol, ci sono anche 3 lanci positivi, 1 sponda e 1 tiro parato. In fase offensiva il suo peso si sente e anche i centrocampisti del City lo capiscono tanto che proprio Touré, dopo un avvio un po’ sotto ritmo, deve aumentare i giri del suo motore e iniziare il pressing. Nainggolan si fa notare per la grinta e per l’aggressività, come del resto tutta la Roma. Il belga vince 2 contrasti, ne intercetta altrettanti e ne recupera addirittura 4. E’ proprio a centrocampo dove i giallorossi costruiscono l’impresa: Nainggolan va su Touré, Pjanic si occupa di Fernandinho e Keita sta in zona, a fare il vertice basso del triangolo e a pestare i piedi a David Silva quando lo spagnolo, dalla fascia sinistra, trasloca verso il centro. Questo disegno tattico, perfettamente studiato da Garcia, garantisce una superiorità numerica in mezzo al campo che il City patisce. E non poco. Soltanto quando Pellegrini fa entrare Lampard e toglie una punta, gli inglesi pareggiano la sfida nel cuore delle operazioni.
ESAME SUPERATO – Nainggolan cala un po’ alla distanza, ma questo è normale se si considera che alla fine, nelle gambe, accumula 10,6 chilometri. Sono tutti i centrocampisti di Garcia, nell’ultima parte di gara, a soffrire: la spiegazione sta anche nell’impossibilità di fare turnover in quel reparto, visti i tanti infortunati. Keita, Pjanic e Nainggolan, comunque, non mollano, difendono ogni zolla, ringhiano su Lampard e su Touré che avanzano minacciosi. E vanno a prendersi un pareggio che vale come un esame di maturità superato.