(U. Trani) Semplicemente Hero. Nella notte dolce di Manchester è stampato il titolo di giornale e la felicità di Totti in primo piano. L’eroe con il ciuccio, esultanza dedicata già nel 2005 al primogenito Cristian, oggi 9 anni e pulcino giallorosso. Francesco è appena diventato il meno giovane dei bomber di Champions, trofeo che si chiama così dal ’92, in gol all’Etihad stadium a 38 anni e 3 giorni. In assoluto c’è da battere Ferenc Puskás che, in Coppa dei Campioni, fece centro contro il Feyenoord a 38 anni, 5 mesi e 20 giorni. E, a fine stagione, alzò il trofeo con il Real (1966). Soffiato il primato a Giggs, 37 anni e 289 giorni, il capitano della Roma, per superare anche l’ungherese, dovrebbe arrivare ai quarti. Lì si è fermato due volte, con Spalletti in panchina, nel 2007 e nel 2008. Sempre a Manchester, ma all’Old Trafford. Il teatro dei sogni. Anche i suoi. «In Champions ci sto alla grande. Ho poco tempo, però, per vincerla…» ricorda spesso in pubblico.
CIFRA TONDA – «Io a certe cose nemmeno faccio caso». Totti si riferisce al primo gol inglese che è anche il numero 300 da professionista (291 reti giallorosse e 9 azzurre con la nazionale maggiore). Ne ha fatti di più. Anche di più importanti. Questo lo è per il futuro. Della Roma e suo. Serve alla squadra di Garcia per avvicinarsi agli ottavi e a lui per allungare, se è possibile, la carriera. Non bluffa quando dice: «Ai primati non ho mai pensato. Io vado avanti, finché mi sento così bene. E non ho intenzione di fermarmi. Non conta l’età, non c’entrano niente i trentotto anni». Recordman inimitabile. «Come me nessuno mai». Si diverte solo a pensarlo.
PAZZA IDEA – «Mi ha sorpreso la telefonata di Renzi: è motivo d’orgoglio per me e per tutto lo sport italiano». Ieri ha incassato i complimenti del premier. «Fenomeno» ha continuato invece a ripetere, in queste ore e da martedì sera, James Pallotta. Davanti agli amici e ai collaboratori. E ai tifosi per le vie del centro. Anche al suo capitano, festeggiato a Fiumicino prima di tornare a casa dai suoi bimbi. Il presidente lo ha aspettato fuori dello spogliatoio dell’Etihad. Per la richiesta da bambino, la più spontanea che ci sia. Perché Mr Jim vuole la maglia di Francesco. Quella che mostrerà raggiante, nella foto scattata nella pancia dello stadio del City. Mostrata con orgoglio al pianeta, grazie ai social network. Girata di spalle, con quel 10 che fa la storia. Totti, invece, non chiede niente. Ma sa bene che cosa ha in mente The President. Lo vuole in campo nel nuovo stadio. Protagonista e non spettatore, per dirla alla Garcia che questo pretende dalla Roma in Europa. L’intenzione di Pallotta è di prolungarli il contratto oltre la scadenza del 2016, di superare i 40 anni. Almeno una stagione in più. Per superare Costacurta in Champions: l’ex difensore milanista, esclusi i portieri (Ballotta e Schwarzer), è il più longevo (40 anni e 213 giorni).
CAMBIO DI ROTTA – Francesco è sempre stato al centro della Roma. Anche seBaldini, l’ex dg giallorosso, provò a detottizzarla. Lo definì pigro proprio dall’Inghilterra nell’estate 2011 e prima di ripresentarsi a Trigoria da punto di riferimento nella nuova proprietà. Gli chiese addirittura di liberare l’ufficio al primo piano e sopra gli spogliatoi. Il capitano non fece un piega. Gli indicò la campagna, oltre il muro di cinta e vicino alla scuola davanti al secondo cancello del centro sportivo. Chiusa la stanza, aperto il museo. Più che una minaccia, un’iniziativa. Che non è andata a buon fine perché Baldini è finito prima del capitano. Almeno per la Roma. E chissà che cosa avrà provato l’attuale manager del Tottenham a vedere quello scatto in contropiede. Non dal palco dell’Etihad. Magari annoiato sul divano della sua casa londinese.
MAGRO PIÙ CHE PIGRO – Proprio dall’estate 2011, quindi poco più di tre anni fa, Totti ha cominciato a darsi una regolata. Dieta quasi ferrea per scendere dagli 86 chili scarsi al peso forma attuale che di 82,6. Difficilmente arriva a 83, forse quando gli scappano due cucchiaiate sul tiramisù che resta il dolce preferito. «Per lo scudetto rinuncio a un anno di gelato» ha detto a inizio stagione. Intanto si è tolto la pasta e il pane, anche la pizza che gli piace tantissimo. Pollo, pesce, frutta e verdura. E orari da papà: a letto presto la sera e il primo ad alzarsi al mattino. Cristian e Chanel salgono sul bus per andare a scuola, lui li bacia se ne va a Trigoria. Arriva alle 8 e 30, anche quando l’allenamento è alle 11. Almeno due-tre volte a settimana si affida alla macchina isocinetica. Lavora sulla forza, sul potenziamento muscolare. Per prevenire gli infortuni. E mettere in sicurezza il ginocchio destro operato nel 2008 e la caviglia sinistra inchiodata da 13 viti nel 2006. Nella sua villa tra la Colombo e Castel di Decima si diverte con il paddle. Invita gli amici per testarli sul nuovo campo. Lì usa la pala e non il cucchiaio. Per usarlo si ispirò a Voeller, lo provò alla playstation, nel 2000 ad Anversa e sfidando l’amico laziale Nesta, prima di farlo a van der Saar. Hart si è spaventato al solo pensiero di quel colpo da sotto. E’ scivolato. E il cucchiaio gli è andato di traverso.