(L.Valdiserri) È simbolico che proprio a Manchester, anche se dall’altra parte della città, Francesco Totti abbia portato via a Ryan Giggs il record di marcatore «meno giovane» in una partita di Champions League. Dire più vecchio sarebbe, più che una mancanza di rispetto, una descrizione non veritiera della realtà. I nomi del capitano della Roma e dell’ex ala del Manchester United sono spesso accostati quando si parla di carriere infinite. Con una grande differenza: a 38 anni Francesco Totti si permette di giocare quasi sempre da titolare e incidere sulle partite, Giggs alla stessa età era una meravigliosa riserva. Su Totti si sono spese molte parole, spesso dettate da sentimenti di amore o odio che prescindevano dall’analisi dei fatti. Non si può dire che sia il più grande calciatore di tutti i tempi, ma nessuno a 38 anni è mai stato decisivo come il numero 10 giallorosso.
Almeno se parliamo di calcio «televisivo», visibile a tutti e non tramandato dal racconto come per Piola o Puskas, che segnò in Coppa Campioni a 38 anni e 150 giorni. Poiché a Roma il derby dura 365 giorni all’anno a cavalcare il gol di Puskas sono gli anti Totti della tifoseria laziale. La realtà è che la Uefa è stata chiara nell’attribuire a Totti il record della Champions League — molto diversa dalla vecchia Coppa dei Campioni — e carina nel dedicare sul suo sito uno speciale sui gol più belli del numero 10 romanista in Europa. Totti non aveva mai segnato in Inghilterra e, per farsi perdonare l’attesa, ha messo nella porta di Hart uno dei più bei gol della sua carriera: il tiro al volo di Samp-Roma che strappò l’applauso anche allo sportivo pubblico blucerchiato; il «cucchiaio » inflitto a Van Der Sar; i pallonetti da fuori area a Peruzzi nel derby del 5-1 e a Julio Cesar in una vittoria 3-2 a San Siro.
La partita di Totti non è stata soltanto il gol: ha giocato una gara di qualità, vicina al 70% di passaggi riusciti (68,6%). Percentuale che deve tenere conto del grado di difficoltà dei passaggi stessi, quasi sempre in profondità per smarcare un compagno. Totti ha anche subito 4 falli, il romanista più colpito dalla difesa dei Citizens. Celebrato dalla stampa inglese, chiamato al telefono dal premier Renzi («Non me lo aspettavo, ma sono contento»), osannato su Twitter da Rio Ferdinand, Totti deve la sua giovinezza calcistica, principalmente, a tre fattori: 1) una professionalità nei comportamenti che non sempre gli è stata riconosciuta; 2) la modernità del suo calcio da «falso nueve» ancor prima che questa definizione fosse stata inventata; 3) la luna di miele con Rudi Garcia. Domenica, se il compagno del Mondiale 2006 avrà recuperato, c’è la sfida con Andrea Pirlo. Calcio del presente, non del passato. Calcio senza tempo.