(F. Ferrazza) –È cambiato o non è cambiato? La Roma giallorossa si gode l’insperata vittoria di Napoli, dividendosi sui reali meriti di Luis Enrique, nella speranza che la svolta del San Paolo sia duratura. I giocatori hanno deciso, stanno con il mister, i tifosi restano invece un po’ guardinghi, felici per il successo, ma preoccupati che il tecnico possa scivolare nella trasferta di Bologna. Con una formazione talmente d’emergenza da riscoprire le qualità di Simplicio, neanche convocato per il ritiro estivo e ormai con le valigie pronte direzione Parma, la Roma imbocca la strada giusta. Ma la rinascita giallorossa passa molto per i piedi, e le parole, di Francesco Totti: con lui in campo la squadra è diversa, si muove meglio e sembra più responsabile delle proprie giocate. Quando il capitano giallorosso è
stato titolare, si è registrata solamente una sconfitta (contro il Cagliari) numeri che lasciano poco spazio alle interpretazioni. «Ci teniamo a far fare bella figura al mister», le parole del numero dieci, schierato dalla parte dello spagnolo. E tanto da Francesco sta imparando
Erik Lamela, bravo a capire le esigenze della squadra, sacrificandosi come tornante pur di essere utile alla causa. Perché i due attaccanti ora non devono più stare vicini, ma partono larghi, consentendo maggior copertura sulle fasce e un più ampio raggio di manovra a Totti.
Squadra che vince non si cambia, si dice, ma a Bologna, domani sera, Luis Enrique qualcosa cambierà. Rientra dalla squalifica Pjanic, pronto a riprendersi un posto a centrocampo, a scapito di Simplicio o di Greco (contratto in scadenza, è corteggiato dalla Juve), due che molto bene hanno fatto a Napoli. Difficile possa vedersi Gago: chissà se per lui e per Pizarro sia il caso di rivedersi a gennaio, dopo la sosta.
Ha recuperato anche Cassetti, ma difficilmente verrà convocato. Continua a lavorare sul mercato di gennaio, Sabatini, anche se il diesse vuole prima vedere come andrà a finire domani sera, per poi tirare le
somme e decidere con certezza chi dovrà essere subito ceduto.