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GAZZETTA DELLO SPORT Il pallino del gioco e i passaggi precisi. Ma la Roma tira male

Iturbe Gervinho
Iturbe Gervinho

(C. Zucchelli) C’è un giocatore, tra quelli a disposizione di Rudi Garcia, che meglio di tutti gli altri rappresenta il modo di stare in campo della formazione giallorossa in questa prima parte di stagione: si tratta di Gervinho. Se c’è un appunto che tutti fanno al calciatore ivoriano, comunque tra i più decisivi, è quello di finalizzare troppo poco rispetto alle occasioni che, la maggior parte delle volte, è bravo a costruirsi da solo.

Poco concreti  Gervinho è la metafora esatta delle prime sei giornate di campionato della Roma: la squadra di Garcia deve aggiustare la mira e il perché lo si capisce andando a scorrere le statistiche.La Roma è prima come possesso palla (60,63%), palle giocate (4784) e percentuale di passaggi riusciti (86,88%), ma è fra le ultime per numero di tiri nello specchio della porta (22), nonostante con 11 gol abbia il secondo miglior attacco (insieme a Parma, Inter e Lazio) alle spalle di Juventus e Milan (13). Con una media di 3,66 tiri nello specchio della porta a partita, infatti, gli uomini di Garcia si piazzano all’undicesimo posto di questa speciale classifica che vede al primo posto la Lazio (6,66), davanti a Juventus (6,5), Napoli (6,16), Cagliari (5,66), Fiorentina (5,5). Squadre che per caratteristiche dei singoli o atteggiamento di squadra, come nel caso del Cagliari di Zeman e della Fiorentina di Montella, creano molto.

Che succede? Stupisce, casomai, che meglio dei giallorossi abbiano fatto però anche squadre dalle caratteristiche meno offensive come Inter (5,16), Genoa (4,5) o Verona (4,16). C’è qualcosa che si inceppa, quando la formazione romanista arriva a ridosso dell’area avversaria, ed è difficile riuscire a capirne il motivo, vista la qualità degli attaccanti e dei centrocampisti che Garcia può mandare in campo. Una qualità che è certificata da tutte le altre statistiche, dove la Roma primeggia insieme alla Juventus capolista. Per questo Garcia e i suoi collaboratori studiano e ristudiano le partite, cercando di capire dove sia l’errore.

Possesso ok  Il dato del possesso palla, in questo senso, è eloquente: con quasi 61 minuti, la Roma è la squadra che tiene di più il pallone tra i piedi. La Juventus (60,02) è seconda, mentre Sampdoria e Udinese, rispettivamente al terzo e al quarto posto nella graduatoria generale della Serie A, in questa classifica occupano l’11° (49,41) e il 17° (42,9) posto. I giallorossi primeggiano anche nella statistica relativa ai passaggi riusciti — l’86,88% contro l’86,15% degli juventini, staccata la Fiorentina (85,03%), terza, ancora più lontane tutte le altre — e in quella delle palle toccate. I numeri della squadra giallorossa calano quando si parla di supremazia territoriale e di percentuale di pericolosità. In entrambe le graduatorie la Roma è ai piedi del podio.

Come il Maestro  Fa bene quindi Garcia che durante gli allenamenti continua a sottoporre i suoi calciatori a sedute intense di tiri in porta. Come si fa in tutte le scuole calcio con i bambini, come faceva tanto tempo fa un suo eccellente predecessore, Nils Liedholm, che costringeva campioni affermati a ore e ore di palleggi e muretto per migliorare la tecnica individuale. Il metodo dello svedese ha portato i suoi frutti (e uno scudetto), la speranza del francese è che il suo abbia lo stesso successo.

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