(S. Pieretti) Gli azzurri ai lavori forzati. Dopo lo striminzito successo ottenuto contro l’Azerbaigian, Antonio Conte non concede pause: allenamento in mattinata, ripasso del copione nel pomeriggio. Niente relax, poco riposo e tanti video da vedere e rivedere per studiare meglio il ruolo da recitare in mezzo al campo. Perché l’unico aspetto che ha soddisfatto il ct contro gli azeri è stata la determinazione con cui la squadra ha cercato il successo anche dopo aver subìto il momentaneo pareggio.
Tre vittorie, sei gol fatti, uno subìto, l’autogol in comproprietà tra Chiellini e Buffon. I numeri sono buoni, ma a ben vedere il miglior attacco è la difesa. Delle sei reti messe a segno fin qui, la metà è stata realizzata dai difensori:Bonucci contro la Norvegia, e la doppietta di Chiellini contro l’Azerbaigian. Il reparto offensivo ha dato un contributo minimo segnando un terzo delle reti complessive. Solo Immobile e Zaza sono andati a segno, ma è stato un singolo acuto. Per questo contro la selezione maltese potrebbe cambiare qualcosa, conGiovinco dal primo minuto. Per questo – nelle prossime settimane – il ct potrebbe cercare nuove risorse che per forza di cose saranno vecchie.
Il nome è sempre quello, Mario Balotelli, che dal suo esilio dorato di Liverpool chiede tempo ai suoi stessi tifosi che gli hanno dedicato un insolito striscione. «Non ho nulla da dichiarare tranne il mio genio». Incompreso. Da Milano sponda nerazzurra, viaggiando su Manchester fino a tornare sotto la Madonnina in pochi hanno avuto modo di apprezzare nel tempo l’estro del centravanti. Chi ha tempo, non aspetti tempo. Eppure lui ne chiede ancora: «So che vi aspettate più da me, ma datemi tempo». La risposta è arrivata tramite i social network, il centravanti chiede ancora pazienza ai propri tifosi, la stessa che dovrebbero avere Conte e tutti i compagni di squadra nel vederlo transitare di nuovo per il centro Tecnico Federale di Coverciano. Il tecnico valuta la possibilità di convocarlo per l’amichevole contro l’Albania a novembre, ma la frattura con l’intero spogliatoio ai Mondiali fu totale. Al ct l’arduo compito di ricomporre la spaccatura, per rivitalizzare un attacco dalle polveri bagnate. In fondo, in un «attacco ignorante», ci può star bene anche lui.