Un incubo che si ripete per i tifosi della Roma, un’altra notte fatta per sognare che finisce troppo presto nel libro nero della storia. Nel momento del definitivo salto di qualità la Roma si sbriciola, stavolta senza alibi arbitrali. Semplicemente per merito di un Bayern Monaco stratosferico, una delle prime tre squadre al mondo. Tante colpe però la Roma le ha, con Garcia in prima fila. Grazie al pareggio tra Cska Mosca e Manchester City, la sconfitta non fa male nella classifica del girone ma rischia di diventare un colpo fortissimo all’autostima dei giallorossi per il proseguo della stagione.
1-7 – Il Bayern Monaco di Guardiola ha annichilito la Roma con sette reti e una lezione di gioco totale. E Garcia non ha saputo preparare le contromosse ai campioni di Germania. L’umiliante risultato finale è figlio della somma degli errori dell’allenatore romanista, degli sbagli dei singoli e, soprattutto, delle infinite qualità dei giocatori del Bayern. Proviamo a farne un elenco:
1) L’improponibile duello Cole-Robben: l’inglese sembrava in crescita dopo la gara di Manchester ma si è sgretolato davanti all’olandese, temendolo fin troppo. Nel gol del vantaggio Cole fa entrare Robben in area, aspetta il raddoppio tardivo di Yanga-Mbiwa e dà al miglior esterno al mondo il tempo di spostarsi il pallone sul sinistro, prendere la mira e calciare. Non che Holebas avrebbe garantito una chiusura ermetica, ma a livello dinamico avrebbe potuto tenere di più come fatto nella ripresa.
2) Il gol subito e l’occasione di Gervinho murata da Neuer hanno demolito troppo presto il morale della Roma.
3) Pjanic tenuto alto su Xabi Alonso più tre attaccanti sono troppi contro il Bayern: la capacità di Alaba, Bernat e Lahm di far partire l’azione rende inutile la pressione sul regista principale.
4) La “rivoluzione” di Guardiola: Benatia, Boateng, Alaba e Xabi Alonso rimangono una decina di metri dentro la propria metà campo, Robben è alto e largo a destra, Bernat fa lo stesso a sinistra (qualche metro più indietro). Lahm, Muller e Gotze si muovono costantemente nello spazio tra i centrocampisti e i difensori della Roma. Imprevedibili e introvabili, pronti a scatenarsi nel recupero del pallone quelle rare volte che viene perso. De Rossi e Nainggolan vengono stritolati.
5) Lewandowski non passa mai due volte sulla stessa zolla. Manolas e Yanga-Mbiwa, abituati alla lentezza atavica della Serie A, non lo trovano mai.
6) Sbilanciata in avanti, pressata all’esasperazione e svuotata a livello morale, la Roma finisce anche per auto-affondarsi: De Sanctis sbaglia sullo 0-2 di Gotze, sul poker di Robben e sul gol finale di Shaqiri. Tre reti sulla coscienza contro gli incredibili miracoli di Neuer su Florenzi e Gervinho.
DA DOVE RIPARTIRE? – Ad inizio ripresa il Bayern sembra non volere calcare la mano, la Roma rimette fuori la testa con le volate di Gervinho e l’innesto di Florenzi. La rete dell’ivoriano tira fuori l’orgoglio…del Bayern. Guardiola manda dentro Rafinha e Ribery, sposta Alaba a tutto campo e riporta le marce alte nel motore dei tedeschi. E la Roma si sbriciola di nuovo dopo aver reagito per appena 10-15 minuti. Sul gol di Ribery, i giallorossi sono di nuovo sbilanciati. Torosidis segue il francese invece di assecondare il movimento di Manolas a mettere in fuorigioco l’avversario. E’ il colpo di grazia ad un avversario già k.o. Garcia si assume le colpe a fine partita, sa bene che a Genova contro la Sampdoria sarà vietato sbagliare. Per sua fortuna Mihajlovic non ha a disposizione idee e uomini per applicare il calcio totale mostrato stasera dal Bayern Monaco di Guardiola.
Daniele Luciani