Ottimisti contro pessimisti. Sognatori vs distruttori. Sino alle 20.44 di Roma-Cesena di mercoledì 29 i tifosi giallorossi si divideranno su quanto sia positivo o negativo lo 0-0 con cui Garcia e i suoi uomini sono usciti dalla sfida del “Ferraris” contro la Sampdoria. Un punto arrivato dopo una gara anche sofferta contro l’attuale terza forza del campionato, su un terreno di gioco pessimo: i blucerchiati si sono dimostrati squadra più che organizzata, in grado di tenere un’intensità di corsa elevatissima per almeno settanta minuti. Tutto a discapito della qualità del gioco. L’indice di pericolosità della squadra di Mihajlovic però cresce costantemente sulle palle inattive. Proprio da una punizione tagliata di Gabbiadini, nella ripresa, Okaka ha sprecato la grande chance a due metri da De Sanctis.
RIPOSO PER PJANIC – Contro il Bayern Monaco, la Roma ha pagato a caro prezzo la sfrontatezza offensiva. Garcia non vuole offrire il fianco alla velocità di Eder e sull’out destro propone un Florenzi a tutta fascia sia per aiutare Torosidis sia per mettere in crisi Regini quando sopraggiunge anche uno tra Ljajic e Gervinho. Holebas si guadagna i gradi di titolare dopo l’amarissima serata di Ashley Cole e, a sensazione, il greco ne giocherà parecchie. A De Rossi e Nainggolan è affidata la tripla funzione di copertura-recupero palla-impostazione, aiutati in quest’ultima da un Totti più basso del solito.
RITMO SAMP – Mihajlovic conferma ancora una volta di saper preparare bene la partita in casa: sa che la Roma non è al 100% (Manolas squalificato, Maicon, Keita, Castan, Strootman e Balzaretti out, Iturbe a mezzo servizio) e chiede costante raddoppio sul portatore di palla romanista una volta superata la metà campo doriana. La prima mezzora della Samp è al veleno, Garcia cerca di infondere pazienza: la Roma ne esce senza andare sotto. Appena i liguri calano, si accende Gervinho: l’ivoriano però non ce la fa proprio a non divorarsi la prima occasione che gli capita. Gastaldello lo rimonta e lo chiude, poi da posizione impossibile il romanista centra il palo. E Ljajic? Un fantasma con i blocchi di marmo sulle caviglie, un corpo estraneo che sembra essere arrivato ieri nella Roma.
INCUBO CALCI D’ANGOLO – Senza Pjanic, calciare bene dalla bandierina sembra impossibile: a fine partita il conto dei corner sarà 14 a 6 per la Roma, ma tra Totti e Ljajic neanche uno arriva sulla testa dei compagni. L’unica esecuzione decente è di Florenzi: destro a uscire a centro-area, colpo di testa centrale di Astori.
CAMBI TARDIVI E…ROMERO – Se la Roma esce senza subire gol, molto lo deve al trio Yanga-Mbiwa/Astori/Nainggolan: il belga in Italia ha pochi eguali nei contrasti, mentre la coppia difensiva esce da Marassi con 49 palloni recuperati (24 per il francese, una in più per l’italiano). De Rossi non è ancora in piena forma, si limita a gestire Soriano e sbaglia pochissimi passaggi (82 riusciti). Totti di tacco lancia l’ennesima sgroppata di Gervinho, Romero devia attento. Col passare dei minuti la Samp cala e solo da calcio piazzato impensierisce De Sanctis. Forse spaventato dal togliere l’equilibrio alla squadra, Garcia parte tardi con le sostituzioni: a venti dalla fine entra Pjanic per l’irritante Ljajic, mentre per Destro e Iturbe ci sono solo tredici e sette minuti. Proprio un attimo prima dell’ingresso dell’argentino, arriva la grande occasione per Florenzi: Mesbah viene messo in mezzo da Nainggolan e Torosidis, il greco crossa bene per l’inserimento e il colpo di testa di Florenzi, pallone non molto angolato e riflesso felino di Romero quasi in contro-tempo.
Un conto aperto con la Roma per il portiere della nazionale argentina che parò ad Osvaldo il rigore strappato dalle mani a Totti due stagioni fa. Una parata che alla lunga potrebbe risultare decisiva per il campionato. La Roma non è in crisi, sono passate solo otto giornate ma col Cesena non può fallire.
Daniele Luciani