(F. Bianchi) – Due giorni e il calcio saprà (e darà battaglia). Ora la Figc prende dal Coni 62 milioni, vale a dire oltre il 40% di tutta la torta destinata alla parte sportiva: dal prossimo anno potrebbero essere 20-25 in meno, anche se Malagò dispone di un “tesoretto” (14,394 milioni) e potrebbe attutire la stangata: una mediazione necessaria per evitare una decurtazione ancora più clamorosa. I calcoli sui nuovi criteri di distribuzione dei contributi Coni alle Federazioni (143,942 milioni, “tesoretto” incluso) sono pronti. E il calcio non avrà più i privilegi del passato, quando riceveva un ricco minimo garantito, ma sarà trattato alla pari di altre 44 Federazioni. La commissione Buonfiglio ha lavorato un anno, stabilendo i nuovi criteri, la società Bain poi si è addentrata negli algoritmi per la distribuzione dei soldi.
LA REPUBBLICA Via alla guerra dei soldi. Il calcio perde i privilegi, in arrivo un taglio storico
La due giorni inizia oggi pomeriggio con una riunione informale dei presidenti, domani giornata campale con doppia Giunta e Consiglio nazionale. Tutte le Federazioni (tranne 5: Comitato paralimpico, medici sportivi, cronometristi, Aci e Areo Club) avranno un aumento. Il calcio invece avrà la stangata: prendeva 81 milioni nel 2005, 78 nel 2011, 62 dal 2012 ad oggi. In via Allegri temono ora un taglio di almeno 15,5 milioni e come ha spiegato Carlo Tavecchio a Malagò, nell’incontro del 31 luglio, accetterebbero solo una diminuzione di 10 milioni. Non sarà così. Tavecchio ha avuto ampio mandato per trattare domani quando sarà invitato nella Giunta mattutina e farà il suo esordio nel Consiglio Nazionale pomeridiano: ma ormai è tutto fissato. C’è solo da sperare nel buon cuore di Malagò. La Figc darà di sicuro battaglia, a tutto campo. E sarà una battaglia durissima, con minacce di azioni anche clamorose. Tavecchio sarà spalleggiato da Abete e Carraro.
Nel consiglio federale di venerdì scorso la Figc ha minacciato di non dare più al Coni i 5 milioni che gli spettano ogni anno in base alla Legge Melandri sui diritti tv. Non solo: c’è anche l’ipotesi di bloccare i campionati dilettantistici e/o giovanili. Ma la Figc si è mossa in ritardo: ad Abete era stato offerto un posto nella commissione Buonfiglio, aveva preferito rinunciare. In giugno, poi, era stata prospettata l’ipotesi di creare un “cartello” fra le Federazioni più importanti, ma non se n’era fatto più nulla. Ora alcune Federazioni proporranno di venire incontro alla Figc e spalmare la botta su più anni: al Coni ci sono dubbi, anche perché la delibera dei nuovi parametri era stata votata l’11 giugno (Abete in Brasile ma Tommasi aveva detto sì). I criteri, secondo la visione della Figc, sarebbero estremamente penalizzanti per il calcio. Eccoli: 40% per “i podi olimpici disponibili”, 15% “visibilità sui media”, 40% “Federazioni affiliate a Federazioni internazionali”, 5% per i “tesserati agonisti”. Secondo Tavecchio la seconda federazione ha un milione di tesserati in meno della Figc. In realtà non è così, perché si terrà conto solo degli agonisti (460.000 per il calcio, 171.000 per il basket). Il calcio, in questa due giorni, farà notare che dal 1947 al 2003 il Coni è vissuto grazie al Totocalcio e ora il 92% delle scommesse sono sul football. Inoltre il calcio è lo sport più popolare e diffuso, produce più di quello che ricava e ha decine di migliaia di volontari. Ma ormai sono considerazioni fuori tempo massimo.
Una buona notizia, infine: il prossimo anno i contributi “reali” dello Stato allo sport saranno di 398,2 milioni, con un taglio quasi simbolico (soli 5 milioni rispetto ad adesso). E al Coni arrivano altri due sponsor (Bnl e Unipol).