(U. Trani) – La Roma esce di scena prima ancora che la Juve scenda in campo a Empoli: il 2 a 0 del San Paolo non è umiliante come il 7 a 1 del 21 ottobre all’Olimpico solo perché nella prima parte De Sanctis è da applausi su Insigne e la traversa per due volte, sui tiri di Callejon e Hamsik, salva il portiere giallorosso. Comunque, pure nella ripresa durante il breve periodo del momentaneo risveglio (giusto una ventina di minuti), la chance migliore capita ancora a Callejon, con salvataggio davanti alla porta di Nainggolan. Il Napoli fa dunque un figurone, con il settimo risultato utile consecutivo che vale il terzo posto dietro alle due candidate per lo scudetto. E Benitez, spagnolo proprio come Guardiola, dà una lezione a Garcia, la terza del 2014 nello stadio partenopeo.
PERIODO DI FLESSIONE – Fisicamente la Roma non è al top e si vede nel giorno della terza sconfitta stagionale. L’inizio di gara lo dimostra. Brividi e rischi nell’area giallorossa. Le assenze di Maicon, Astori e Castan pesano e anche quella di Strootman che servirebbe tantissimo al centrocampo che non è più brillante come all’inizio del torneo. Anche De Rossi va in panchina. Per precauzione: leggero risentimento muscolare. Sta meglio il Napoli che segue Benitez più che in passato. Pressing alto per recuperare subito il pallone e compattezza in fase difensiva con Insigne e Callejon che si abbassano ai fianchi di Lopez e Jorginho. Davanti i rivali si abbassano e il possesso palla è lento e scontato. La resa è inspiegabile, anche psicologicamente. La trasferta di Monaco, mercoledì è in programma la seconda sfida con il Bayern, c’entra poco con la seconda sbandata in campionato.
CAMBI POCO MIRATI – Garcia più che sbagliare in partenza non legge bene il film della partita. Cioè sbaglia le mosse in corsa. Nel momento migliore della Roma, toglie Totti e Florenzi e inserisce Iturbe e Destro. Spaesati i due che entrano e frenati quelli che restano in campo. L’effetto negativo, insomma, è doppio. I giallorossi non concludono più in porta e chiudono la seconda gara in trasferta senza fare gol. Contro il Napoli solo il Sassuolo, nelle precedenti 9 partite del torneo, era rimasto a digiuno. La Roma, con le 2 reti del San Paolo, ha preso in tutto 6 gol. La metà di quelli incassati fin qui dalla difesa partenopea che ha retto nel pomeriggio più complicato.
PRECEDENTI DIVERSI – La Roma, nel 2014, è già caduta al San Paolo due volte. Due gare differenti tra loro. La prima, nella semifinale di ritorno di Coppa Italia e dopo il successo per 3 a 2 nella partita d’andata, Garcia si presentò con l’assetto spregiudicato per portarsi in fretta a casa la qualificazione. Così il 12 febbraio scorso, nel 4-3-3, schierò davanti Ljajic, Destro e Gervinho, con Bastos fluidificante. Pesarono più gli errori degli attaccanti che le scelte iniziali. Finì 3 a 0, con Strootman espulso da Rocchi (sempre lui). Il 9 marzo l’atteggiamento opposto: nel 4-2-3-1, nessun centravanti di ruolo, ma Gervinho prima punta, con Bastos e Florenzi sulle fasce e Pjanic trequartista. E Romagnoli fluidificante sinistro. I giallorossi, con 6 punti in più dei partenopei in classifica (e con la gara contro il Parma da recuperare), si arresero anche nello scontro diretto per la Champions: 1 a 0 (ancora Rocchi a dirigere…) con gol di Callejon nel finale. Il risultato negativo non incise a fine torneo, mentre pesò di più il grave infortunio a Strootman che ancora deve tornare in campo.