(M. Cecchini) – Si può essere capocannonieri e vivere una felicità imperfetta? Nel calcio si può, soprattutto quando i gol arrivano a concentrazioni variabili. Il paradigma di questa situazione, nella Roma, è Gervais Lombe Yao Kouassi, al secolo calcistico Gervinho. L’attaccante ha cominciato la stagione sgommando come nei giorni migliori: un gol alla Fiorentina nella prima di campionato (30 agosto), addirittura una doppietta nella prima di Champions contro il Cska Mosca (17 settembre), poi però – se si eccettua l’inutile rete segnata al Bayern per l’1-7 (21 ottobre) – più nulla da scrivere sul tabellino. Totale: 4 reti finora (come Destro), ma tanta malinconia.
Contromisure – Intendiamoci, le prove dell’ivoriano sono state quasi sempre positive. È lui spesso l’uomo dell’assist, o quanto meno il giocatore che, con la sua velocità e la sua imprevedibilità, riesce a creare quegli spazi utili agli altri attaccanti, ma c’è l’impressione che le difese italiane abbiano studiato delle contromisure «ad hoc» per limitarlo. In Europa forse le cose potrebbero andare diversamente, visto che in genere le squadre provano a giocarsi le partite, lasciando spazi interessanti per le ripartenze.
In copertura – Ma domani contro il Bayern i compiti di Gervinho – dinanzi a omologhi nobilissimi come Robben e (forse) Ribery – potrebbero essere diversi. A differenza dell’andata, Garcia sta chiedendo ai suoi due attaccanti (quindi, per l’occasione, il tridente andrà in soffitta) tanta copertura. Nella seduta tattica di ieri i «comandamenti» dell’allenatore sono stati chiari: primi 20-25’ di estrema attenzione per far passare la sfuriata del Bayern, poi tatticamente disporsi con una sorta di 3-1-3-1-2, ovvero De Rossi spesso in mezzo ai due centrali, Keita davanti alla retroguardia, i due esterni ai lati di Nainggolan (che ha il compito di aggredire Xabi Alonso) e Pjanic dietro le due punte, appunto Gervinho e uno tra Totti, Iturbe e Destro. Con queste premesse, si capisce come l’ivoriano possa essere fondamentale nell’allungare la squadra cercando la profondità. Non a caso, prima di approdare all’Arsenal, furono anche i bavaresi a sondare Gervinho per portarlo a Monaco.
Maicon & Torosidis – Tutto questo soprattutto perché l’emergenza non accenna a diminuire. Maicon non è stato neppure convocato per l’ormai temibile infiammazione al ginocchio e Torosidis accusa guai al retto femorale che lo mette a serie rischio per domani. A questo punto, perciò, non è escluso che nel ruolo di esterno basso possa toccare a Florenzi, e questo dà il senso del momento che sta attraversando la Roma. Proprio per questo Gervinho sembra dover assumere un ruolo sempre più centrale nella sfida che incombe. «Il match d’andata non è fondamentale», aveva twittato l’ivoriano prima della disfatta dell’Olimpico. Adesso invece – non fosse altro per lo spirito che si respira in città – sottovalutare anche questa sfida potrebbe essere sbagliato oltre che pericoloso. Per questo c’è bisogno che il Ghepardo torni a riaffilare le unghie. In fondo anche il Bayern ha paura dei graffi