(L. Valdiserri) – E improvvisamente Rudi Garcia disimparò ad allenare, sbagliando tutte le formazioni e le sostituzioni. E i giocatori che l’anno prima avevano ridato ai tifosi l’orgoglio di essere romanisti diventarono vecchi scarponi. E i nuovi arrivi, sia quelli pagati a caro prezzo che quelli a parametro zero, confessarono di aver mandato a Trigoria i fratelli gemelli giocatori di bocce. E il preparatore atletico, incomprensibilmente, si mise a sabotare i muscoli dei giallorossi anziché prendersi cura di loro. Sembra l’inizio, tra calcio e fantasy, del romanzo di uno scrittore sudamericano. Invece è lo scenario che, dopo le tre sconfitte contro Juve, Bayern Monaco e Napoli, sta prendendo piede tra molti tifosi della Roma. Le critiche sono lecite, perché i risultati sono sotto gli occhi di tutti (ma lo è anche il secondo posto in classifica), però a volte sembra una gara per stabilire il record di pessimismo.
Non tutte le notizie, invece, sono negative. Kevin Strootman, uno degli uomini più importanti dello scacchiere di Rudi Garcia, 24 presenze e 5 gol nel campionato scorso, prima del maledetto infortunio al ginocchio contro il Napoli, sta intensificando i ritmi di allenamento. Se nei prossimi giorni non ci saranno controindicazioni l’olandese tornerà in campo con la Primavera di Alberto De Rossi domenica prossima, alle 10.30, contro il Latina. Il modo migliore per mettere nelle gambe un po’ di minuti e provare contrasti a un livello «sostenibile». L’obiettivo è tornare a disposizione della prima squadra dopo la sosta per le nazionali, con una convocazione per la partita di Bergamo, contro l’Atalanta, del 22 novembre. Tre giorni dopo ci sarà la trasferta di Mosca, in Champions League, contro il Cska. Curati anche i minimi dettagli: la Primavera giocherà a Trigoria sul campo «Testaccio», in erba, e non sul «Di Bartolomei» in sintetico. Una precauzione per l’articolazione del calciatore.
Radja Nainggolan, in questi lunghi mesi, ha sostituito al meglio Strootman. Però l’assenza dell’olandese si è sentita, soprattutto perché Garcia non ha potuto pianificare quelle rotazioni di qualità che fanno la differenza. Uno dei grandi problemi di questo momento nero della Roma, ancor più dei lungodegenti (Strootman, Castan e Balzaretti), è stato l’utilizzo di giocatori che provenivano da infortuni meno gravi e che hanno giocato non al top per assoluta necessità. Quello che Maicon – una delle assenze pagate più care – ha definito con una sintesi molto efficace: «A volte, quando non puoi giocare con i muscoli, devi giocare con la faccia. Nella scorsa stagione ho visto che, anche quando stavo male, se andavo in campo i miei compagni erano più tranquilli e gli avversari più preoccupati».