(L. Valdiserri) – Seydou Keita conosce molto bene Guardiola. Con lui ha vinto due Champions League e Pep lo aveva soprannominato «la coscienza dello spogliatoio del Barça». Però oggi, all’Allianz Arena dove il Bayern ha ottenuto 7 vittorie su 7 partite in stagione, segnando 21 gol e subendone solo 2, non ci sarà spazio per i sentimenti e gli amarcord. «Guardiola è sicuramente un grande allenatore, ma è difficile parlare adesso di un avversario. Quello di cui sono sicuro è che sarà una partita molto differente da quella giocata all’andata. Giocare qui sarà molto difficile per noi, ma tutto può succedere. Siamo venuti per riscattarci. Vogliamo un buon risultato, siamo secondi in campionato e nel girone di Champions League, non dobbiamo farci prendere dai cattivi pensieri per una partita persa. Anche il Bayern, nella scorsa stagione, ha perso con il Real Madrid 4-0 nella semifinale di Champions, proprio qui. Però non ha messo in discussione tutto quello che aveva fatto prima. Spero di poter aiutare la squadra, questa è l’unica cosa che conta».
Un pensiero condiviso da Miralem Pjanic: «Il nostro calcio non lo cambiamo, anche se, dopo le sconfitte contro il Bayern e contro il Napoli, abbiamo qualcosa da dimostrare. Abbiamo imparato dai nostri errori, vogliamo far vedere che tutta questa differenza non è quella vera. Dobbiamo credere nella nostra forza, anche per me è un momento delicato. Sicuramente posso far meglio, lo so anche io. Ma questo è solo un periodo, il nostro gioco non è al top, ma ci arriveremo. Tutti dobbiamo dare una mano. La mia posizione sul campo non è importante, la decide l’allenatore. Il nostro gioco non deve cambiare, nei momenti duri dobbiamo essere tutti uniti e lavorare il doppio per la squadra ».
L’idea è adattarsi un po’ al Bayern ma senza snaturarsi. Impossibile pensare a una difesa a tre, possibile un rombo di centrocampo con Pjanic vertice alto. Garcia, però, sa benissimo che il risultato è molto importante, ma lo è altrettanto non dare al gruppo un segnale di debolezza. Ci vuole attenzione per affrontare il Bayern, ma basta poco per mandare all’aria il lavoro di tanti mesi.
La Roma ha costruito la sua classifica e il suo volto di squadra «europea» attraverso parole d’ordine: possesso palla, capacità di attaccare con tanti uomini, molti marcatori diversi e non un solo giocatore dal quale far dipendere le proprie fortune. Le scelte in difesa sono forzate, sperando di recuperare Torosidis e di non dover schierare Florenzi da terzino in un ruolo che ha fatto solo a Crotone, in serie B. In attacco c’è qualche possibilità in più e la sorpresa potrebbe essere Ljajic, che è uno dei più freschi e potrebbe permettere a Gervinho di giocare praticamente da centravanti. È stato il solo giocatore che, nelle mille difficoltà della partita di andata, ha dato filo da torcere alla difesa del Bayern. Si può partire dal poco che ha funzionato all’Olimpico per cercare l’impresa.