(A. Pugliese) Incontri, riunioni, progetti. Il tutto nel cuore di Roma. È stata la giornata di ieri di James Pallotta, atterrato a Roma dopo le tappe di Monaco di Baviera (per la Champions) e Nyon (Uefa, per il fair play finanziario) e finita con la cena di autofinanziamento del Pd all’Eur. Una cena in cui Pallotta era al tavolo con Parnasi (l’imprenditore incaricato di costruire lo stadio), il d.g. Baldissoni e il Ceo Zanzi ed in cui ha conosciuto anche il capo del Governo Matteo Renzi. Saluti, parole, l’occasione giusta per parlare del futuro stadio, tema che il presidente della Roma (di fede repubblicana) riprenderà oggi con il sindaco Ignazio Marino, nell’incontro di questa mattina in Campidoglio.
STADIO E SPONSOR La cena di ieri è arrivata al termine di una giornata in cui Pallotta si è immerso nelle questioni tecniche ed economiche. A cominciare dallo sponsor (contatti con Unipol), sui cui la Roma continuando a lavorare in questi giorni con il direttore commerciale Sean Barror, presente anche lui a Roma. A Trigoria puntano ad avere una somma tra i 15 ed i 18 milioni di euro a stagione, cifra difficile da portare a casa con il «solo» il main sponsor. Ed allora Barror ha deciso di cambiare strategia, offrendo un «pacchetto» e collegando alla possibilità di sponsorizzazione del club la vendita dei naming rights dello stadio di Tor di Valle. Un po’ sulla scia di quanto fa l’Arsenal (con Emirates, che nel 2012 ha rinnovato con gli inglesi la sponsorship fino al 2018-19 per 150 milioni di sterline, circa 190 milioni di euro) e il Manchester City (con Etihad, con cui sta trattando un’estensione dell’accordo per altri dieci anni per 400 milioni di sterline) . I naming rights dello stadio, infatti, sono la gallina dalle uova d’oro per il futuro giallorosso e possono fare da traino per il main sponsor. La Roma punta ad incassare per entrambe 250-300 milioni e di questo ha già parlato con la Etihad e Samsung, oltre ad altre aziende asiatiche. E chissà che nella cena di ieri non si sia parlato anche di questo .