(P. F. Archetti) Nella Smorfia il 59 è il numero dei peli. Per la Roma è una strana sintesi tra l’inferno e il paradiso, bizzarro ondeggiare di un’umida giornata bergamasca in cui Rudi Garcia ha visto di tutto. Ha visto una squadra andare in bambola dopo 59 secondi, eccoci qui: Atalanta avanti, l’inferno ha tinte nerazzurre. Ma poi Ljajic. E pure Nainggolan. Ecco l’altro 59, i giorni trascorsi dall’ultima vittoria della Roma in trasferta. Parma allora, Bergamo stavolta, il gol di Ljajic minimo comune denominatore.Garcia torna a prendere tre punti fuori casa dopo due mesi, la serie più lunga di astinenza (cinque gare, Champions compresa). Una maledizione scomparsa quando i fantasmi erano riapparsi tutti, nelle sembianze sinistre di Maxi Moralez (o Ashley Cole, fate voi). «I punti erano fondamentali – dice l’allenatore – Ma sul piano tecnico abbiamo perso più palloni in questa occasione che in tutto il resto del campionato. Dobbiamo fare meglio, altrimenti sarà dura fare risultato martedì a Mosca».
PRIORITA’ CAMPIONATO Mosca è un altro giro di ruota. Ma adesso il morale è alto, i numeri sono lo specchio di una squadra che ha fatto 28 punti in 12 giornate. Solo tre volte nella sua storia la Roma è riuscita a fare meglio: nel 2000-01 (e arrivò lo scudetto), nel 2003-04 e nel torneo scorso (due secondi posti). Come dire: la benedizione c’è tutta, ora bisogna cavalcare l’onda. E ieri, numeri 59 a parte, l’onda sembrava bassa, poca roba per divertirsi. La lettura di Garcia sui palloni persi è precisa, se è vero che il 54,8% di possesso palla della Roma è il dato più basso delle 12 giornate di campionato. «Ma non dipende dal fatto che giocavamo fuori casa – spiega Garcia –. La verità è che abbiamo avuto grandi problemi nel far uscire il pallone dalla nostra difesa. Dobbiamo fare molto meglio, il possesso palla deve partire in maniera più fluida, altrimenti poi diventa difficile costruire occasioni da gol». Non è un caso che la Roma abbia provato a tirare verso Sportiello solo in 6 occasioni, altro record negativo. «Ma per fortuna abbiamo reagito con personalità e carattere al loro vantaggio, all’intervallo eravamo già in vantaggio, vuol dire che almeno il nostro primo tempo è stato di qualità – ancora il tecnico –. La Champions è importante, ma la nostra priorità resta il campionato. Ecco perché siamo soddisfatti».
DEDICATO A CASTAN Soddisfatti e pure poco stanchi? A sentire Radja Nainggolan parrebbe di sì: «Sì, ci siamo risparmiati – ha detto il belga –. Volevamo gestire la partita, vincere qua non era facile e ci siamo riusciti. Dedichiamo questo successo al nostro Castan», che twitta: «State tranquilli, io sto bene». La voglia era tanta, se n’è accorto anche il pubblico di casa che ha provocato proprio Nainggolan durante i festeggiamenti finali. C’era chi gli mostrava il 7 con le mani, in riferimento ai gol subiti dal Bayern. Il belga si è girato verso la tribuna e ha fatto segno di stare calmi. «Abbiamo resistito, nel calcio si vince anche col carattere – ancora il Ninja –. Questa Roma è più completa rispetto al passato. Può fare la differenza in ogni momento, l’abbiamo fatto vedere anche stavolta a Bergamo. Le critiche? Siamo umani, una partita ogni tanto si può anche sbagliare».
PJANIC: «TUTTE FINALI» Certo che l’inizio aveva fatto tremare, con la traversa di Baselli che aveva per un attimo riportato la testa all’avvio choc di Napoli: «Ma ne siamo venuti fuori con talento e personalità – ha aggiunto Pjanic –. Dopo il gol subito, abbiamo messo in campo la determinazione giusta, si è visto fino al 95’ che questa partita non ci sarebbe sfuggita. Era un momento delicato, bene così». Anche se dall’Olimpico non sono arrivate le notizie attese: «Ma fino a Natale per noi sono tutte finali – ha chiuso il bosniaco –. Una l’abbiamo vinta, è stata una bella serata, ora la Champions». E ora che la Roma ha di nuovo imparato a vincere in trasferta…