(U. Trani) Adesso, per il gollonzo preso a 15 secondi dalla fine, la qualificazione è in pericolo: la Roma, raggiunta dal Cska proprio quando era ormai il momento di andare sotto la doccia, si giocherà gli ottavi di Champions il 10 dicembre, nello scontro diretto con il Manchester City(che ha battuto il Bayern) all’Olimpico. Se vince, la promozione è sicura. Se pareggia, dipende anche dal risultato di Monaco, dove il Bayern ospiterà proprio il Cska. A creare tanta suspence in vista dell’ultimo turno sono stati proprio i giallorossi che hanno infilato una serie di errori sui quali dovranno riflettere. Per il presente e il futuro.
ERRORI E TIMORI – I giocatori, appena rivedranno il match,si renderanno conto di che cosa sono stati capaci di fare. Avrebbero dovuto chiudere la gara nella ripresa, realizzando la seconda rete, e gestire meglio la palla nelle fasi conclusive del match. E soprattutto evitare la ritirata davanti a De Sanctis, atteggiamento che ha invitato all’assalto i rivali che a quel punto ci hanno provato. A Garcia non sono sfuggiti i difetti della prestazione in Russia: li ha già evidenziati nel dopopartita. A quelli deve sommare le sue mosse in corsa. Hanno inciso sul pari. In particolare Strootman, penultimo e inutile cambio. Tra l’altro al posto di Nainggolan, il migliore del secondo tempo. Palla buttata dall’ olandese e 1 a 1, con dormita di Astori e De Sanctis sul lancione senza pretese di Berezutski. Peccato per quella rete arrivata dal cielo come il fulmine che non ti aspetti. Perché la prova della Roma, almeno nella prima parte, è stata più che dignitosa. Controllo totale della gara, senza farsi condizionare dalle condizioni atmosferiche: spruzzi di neve e temperatura sotto lo zero (meno 6). In tribuna, per non fa sentire soli i protagonisti, anche più di 200 imbucati. All’Arena Khimki nemmeno il terreno di gioco, erba alta e buche, ha creato problemi ai giallorossi che per quarantacinque minuti hanno avuto quasi il 70 per cento di possesso palla, lasciandolo poi, e non si sa perché, al Cska nella ripresa.
SPARO NEL SILENZIO – A parte la parata di De Sanctis su Doumbia, nessun rischio per la difesa in piena emergenza. Florenzi a destra e Holebas a sinistra hanno dato il giusto contributo sia come marcatori che nella spinta. Meglio il primo per l’intensità e il coraggio. E’ arrivato al tiro due volte, prima e dopo la rete di Totti, conquistando anche la punizione che ha sbloccato il risultato. Il capitano ha provato a spingere la sua Roma direttamente agli ottavi. Si è presentato al limite dell’area e ha calciato forte la punizione conquistata dall’azzurrino. L’ultima trasformazione di potenza, a parte i rigori, è quella di 2 campionati fa: il 17 marzo 2013, all’Olimpico, per il 2 a 0 contro il Parma. Il suogol numero 18 in Champions e il 294˚ in maglia giallorossa avrebbe dovuto dare certezze ai suoi compagni che, invece, si sono come impauriti. Il capitano ha continuato a disegnare calcio, sistemandosi a volte sulla fascia sinistra come faceva con Zeman e lasciando spazio al centro a Gervinho, mai acceso. Meglio Ljajic che nel tridente, di questi tempi, ci sta benissimo. Garcia è intervenuto con tre sostituzioni. Inconcepibile, invece, a 6 minuti dal recupero, l’ingresso di Stroootman per Nainggolan. La Roma, intanto, è indietreggiata senza motivo. Quasi impaurita quando ormai era fatta.