(A. Austini) Cross di Dodò, gol di Osvaldo. Nella settimana della paranoia romanista scatenata dalla beffa di Mosca, l’azione-incubo di domenica è già scritta.
Due ex si preparano a tornare all’Olimpico con una discreta sete di rivincita: non fanno paura, per carità, ma un po’ di apprensione è inevitabile che la scatenino. Il primo, Osvaldo, ha già dato un dispiacere ai suoi «vecchi» tifosi che da tempo lo hanno inserito sul podio degli ex più odiati, in compagnia di Benatia e un altro a scelta. Nell’ultima giornata dello scorso anno fu proprio Osvaldo a decidere un Roma-Juventus ormai inutile per la classifica ma comunque sentito. Domani vorrebbe ripetersi con la maglia nerazzurra, l’ennesima che indossa in una carriera da giramondo senza un posto fisso. Difficile «sopportarlo» per un lungo periodo, ora il compito spetta a Mancini che l’ha rilanciato in Europa League contro il Dnipro ricevendo in cambio il gol vittoria, sesto stagionale per l’irascibile Daniel. Contro la Roma dovrebbe iniziare in panchina, dietro a Icardi e Palacio. Vederlo spuntare a partita in corso susciterà comunque un certo fastidio ai romanisti presenti. Con diversi ex compagni, tipo Totti e De Rossi, ha conservato invece rapporti ottimi. E, tutto sommato, neppure i dirigenti provano sentimenti negativi nei suoi confronti: a Trigoria considerano Osvaldo un bravo ragazzo. Un po’matto sì, ma non cattivo. E la cessione al Southampton per 15.1 milioni più bonus ha coperto ampiamente l’investimento fatto quando è stato acquistato dall’Espanyol: 15 milioni più premi pagati due estati prima.
Quella di Dodò è una storia completamente diversa. «L’ho dovuto vendere all’Inter per vedere i primi 6 in pagella», ha ironizzato più volte Sabatini in questi mesi. Perché nella testa del diesse, il brasiliano a Roma non si è riuscito a imporre per una critica troppo severa. Presentato come il futuro Roberto Carlos – l’errore forse è stato proprio questo – Dodò ha faticato a ripagare le attese, si è intristito e ha deciso di ripartire altrove nonostante avesse legato con tutti a partire dal suo «fratello» Castan che è venuto a trovare di recente. A Milano il mondo attorno a lui è cambiato, mentre la Roma ha ottenuto 9 milioni (in tre anni) contro i zero spesi per il suo cartellino. Trattato come una star in mezzo a un’Inter ridimensionata, con Mazzarri Dodò ha ritrovato il posto fisso e la possibilità di difendere un po’ meno nella difesa a cinque. Mancini gli ha ribadito la fiducia, schierandolo titolare in due partite su due, idem domani quando non ci saranno gli infortunati Nagatomo e Hernanes. A proposito di incubi, almeno il gol di un ex laziale è scongiurato.