(D. Stoppini) – Febbre a 38°, febbre vera con un gol al Sassuolo. Adesso è a 37°, è al limite. Ma come non completare l’opera? Perché fermarsi senza togliersi l’ennesimo sfizio: il Sassuolo è l’unica squadra dell’attuale Serie A a cui Francesco Totti non ha mai segnato. Quasi una macchia, per uno che in carriera ha segnato a 37 delle 44 squadre affrontate. Per uno che ha lasciato un ricordino in 15 delle 20 regioni d’Italia, con i suoi 237 gol in Serie A. Pare una guida turistica, il capitano della Roma: gli manca giusto l’Abruzzo (con il Pescara). Perché la Val d’Aosta, la Basilicata e il Molise sono difficili oggettivamente da conteggiare a livello calcistico. E perché il Trentino Alto Adige per il capitano vuol dire al massimo il resort di Merano dove ricarica le pile con la dieta precampionato, o il Cavallino Bianco di Ortisei dove far divertire Chanel e Cristian con la neve a Natale. Il resto è (anche) il Sassuolo. È Consigli, portiere al quale non è mai riuscito a far gol, neppure con la maglia dell’Atalanta. È pure una Roma da spingere ancora di più nella rincorsa alla Juventus. Stasera con i compagni Totti «guferà» Tevez davanti alla televisione. Domani scenderà in campo per allungare la sua collezione, regalare l’ennesimo sorriso a Rudi Garcia e gustarsi in maniera rilassata l’avvicinamento al «dentro o fuori» con il Manchester City di mercoledì prossimo.
TRA SASSUOLO E CHAMPIONS Sì, Totti dovrebbe giocare, almeno queste sono le indicazioni della settimana e quelle dell’allenamento di ieri, in cui il tecnico francese ha provato un tridente con il capitano, Destro e Iturbe (e Strootman a centrocampo). Garcia non rinuncia al numero 10, il turnover pare poter attendere almeno l’anno nuovo. Totti va gestito, sì. Meglio se in campo. Meglio se facendolo partire dall’inizio, per poi semmai risparmiargli i minuti finali (e pazienza se se la prende a male al momento del cambio, come contro il Torino). In fondo è già successo. Prima delle gare con Manchester City e Bayern Monaco, Totti giocò titolare – sempre all’Olimpico – in campionato contro Verona e Chievo: un’ora e poco più, poi in panchina a giochi fatti. Il piano è questo anche per domani, a meno di stravolgimenti dell’ultimo momento.
AMICI CONTRO Stravolgimenti non programmati e che di sicuro farebbero piacere a Eusebio Di Francesco: ex compagno, ex team manager, soprattutto amico di Totti. Uno che ha visto dal vivo parecchi di quei 237 gol e che certo preferirebbe non avere anche questo pensiero, domani all’Olimpico. Specie con Totti a caccia di traguardi. È una stramba collezione, questa del capitano. Dentro c’è un po’ di tutto. C’è il Foggia (prima rete in Serie A), c’è la Reggiana. C’è la Juventus e l’Ancona, l’Ascoli e il Milan, la Lazio e pure il Como. È un buffet apparecchiato, preparato da uno chef di lusso con tanto di open bar. Davvero open, dove tutti bevono e ridono: 15 regioni, 37 squadre, mille allenatori resi tristi o fatti felici. L’ultimo della serie è Rudi Garcia, che un giorno del capitano ha scritto nella sua biografia paragonandolo a Platini e Maradona. «Vorrei vincere un trofeo con lui», è il pensiero dell’allenatore. Un anno fa, più o meno di questi tempi, la Roma si bloccò in casa proprio contro il Sassuolo e dallo choc non si riprese più, con tanti ringraziamenti dalla sponda juventina. Quel giorno Totti non era in campo, infortunato. Stavolta il capitano c’è. E con ambizioni da collezione: obiettivo 38, giusti giusti i suoi anni.