(S. Carina) – Minuto 16 di Roma-Sassuolo: retropassaggio di Yanga Mbiwa, De Sanctis stoppa bene il pallone ma ritarda il rilancio e Zaza in scivolata glielo ribatte in rete. L’abruzzese rimane a terra, non capacitandosi dell’errore. Prova ad accennare anche ad un colpo ricevuto che non c’è mai stato. Se ne rende conto e si alza in piedi. Sguardo basso, di chi è consapevole di averla combinata grossa. Alza la mano in segno di scuse al pubblico che però non fa in tempo a perdonarlo: due minuti dopo Zaza lo ha già trafitto per la seconda volta. Troppo ravvicinato l’uno-due per trovare indulgenza. E così anche Morgan conosce i fischi. Arrivano quando i compagni lo cercano nuovamente con i retropassaggi. Nemmeno la parata che evita lo 0-3 lo riabilita.
CERTEZZE MINATE – Nel post-gara ci hanno provato il ds Sabatini, parlandoci a lungo, e i compagni ai quali nello spogliatoio ha chiesto scusa. De Sanctis ha appena rinnovato sino al 2016. Ha ricevuto la fiducia del club e pubblicamente anche quella di Garcia che venerdì ha lasciato intendere come la Roma non cerchi un portiere per il futuro. Se i rumors su Neto dicono altro (anche se a giorni la Fiorentina recapiterà al brasiliano l’offerta definitiva per il rinnovo: della serie, prendere o lasciare) qualche perplessità tecnica (e fisica) inizia a farsi largo. Non tra i pali dove De Sanctis, che compierà il 26 marzo 38 anni, il più delle volte è ancora reattivo. Il problema sono le uscite alte e le giocate con i piedi. La defaillance di sabato non è la prima in stagione. Ha lasciato a desiderare contro il Bayern in almeno un paio di reti subite; poi c’è stato il Cska e qui ha sbagliato due volte: sia in campo che deresponsabilizzandosi nel post-gara. C’è anche chi nutre qualche perplessità sul gol preso da Callejon a Napoli, dove ritarda l’uscita. Il problema è che anche quando è stato graziato (a Bergamo: uscita a vuoto con Baselli che colpisce da due passi la traversa) ha sempre palesato meno sicurezza rispetto allo scorso. Dopo sabato, gli inguaribili ottimisti ricordano il precedente nel 2001 col Perugia, quando Antonioli fece un errore simile, non nel modo ma nella sostanza, e la partita si concluse 2-2. A fine stagione però arrivò lo scudetto e quell’errore, oggi, è buono soltanto per le statistiche e la scaramanzia.