(A. Serafini) – Dipendenza da Champions. Almeno nelle intenzioni non può farne a meno la Roma, pronta domani a giocarsi tra le mura di casa lo scontro decisivo con il Manchester City. In palio c’è il passaggio agli ottavi e un gruzzoletto necessario per migliorare i conti ancora in rosso. Già, perché oltre all’ambizione di entrare nel gruppo elitario delle migliori 16 squadre europee, c’è in ballo anche la componente economica: un bottino da circa 15 milioni distante ormai soltanto 90 minuti. Cifre e calcoli che restano ovviamente imprecisi a causa delle numerose variabili che girano intorno al superamento e al possibile avanzamento nella competizione, ma a grandi linee destinate ad aumentare ulteriormente in caso di passaggio del girone. Un premio fisso di 3,5 milioni a cui aggiungere gli introiti provenienti dai diritti televisivi (circa 8-9 milioni) e il bonus vittoria nella singola gara di un altro milione (la metà per il pareggio). Da considerare poi la certezza di un ulteriore tutto esaurito al botteghino per la gara degli ottavi che si giocherà all’Olimpico: 2,5-3 milioni di incasso, stessa cifra già registrata per le sfide di cartello contro il Bayern Monaco e quella di domani con il City.
Da padrone di casa è atteso questa mattina nella capitale il presidente Pallotta (insieme alla famiglia), accompagnato dal braccio destro Mark Pannes e dal direttore commerciale del club Sean Barror. D’altronde la serata di Champions servirà per presenziare a una lunga serie di inviti nella tribuna d’onore: saranno presenti gli sponsor già legati al marchio giallorosso e alcuni esponenti della Caa Sports, l’advisor incaricato dalla proprietà americana nella ricerca di nuovi accordi commerciali con cui finanziare il nuovo stadio (compresi i naming rights). Nella tappa romana Pallotta incontrerà nuovamente il sindaco Marino per un confronto sui progressi dell’iter burocratico che sta accompagnando lentamente il progetto. Nel frattempo gli uomini della Caa Sports, interessati nel rilevare la Infront (società che in Italia gestisce e controlla i diritti televisivi della serie A), si guarderanno intorno. Complicata al momento l’ipotesi di proseguire i contatti preliminari con l’Etihad Airways, compagna area degli Emirati Arabi tutt’ora main sponsor proprio del Manchester City. Finora molti indizi, ma nessuna prova, che il colosso arabo possa decidere di apporre il proprio nome sulle maglie giallorosse o sullo stadio che potrebbe sorgere a pochi chilometri dallo scalo strategico di Fiumicino. Senza garanzie sull’effettiva realizzazione i discorsi potrebbero essere intrapresi a fine 2015: considerando la strategia romanista di non svalutare il marchio accettando offerte non ritenute congrue, si profila un’altra stagione in cui non comparirà alcun sponsor sulle maglie di Totti & co. Aspettando tempi migliori.