Il verdetto è impietoso. Eliminati dalla Champions League dal Manchester City, sconfitti in casa dagli inglesi 2-0. Terzo posto nel girone e accesso ai sedicesimi di Europa League. Gara decisa da episodi, da giocate dei singoli. Davanti ad Hart la Roma porta Holebas e Gervinho, il City trovano il jolly con la botta dal limite di Nasri. Palo interno e gol. Lo stesso palo che poco dopo non premierà Manolas. Dopo le quattro occasioni sprecate per il gol del vantaggio (tre volte Gervinho), altre tre per il pareggio: Ljajic, il sopracitato Manolas e Destro col pallone salvato sulla linea da Clichy. Alla fine, dopo il raddoppio di Zabaleta, non resta che ripartire dalla Curva Sud: giocatori chiamati sotto la curva e portati a gran voce da De Sanctis. Non tutti sono andati, alcuni erano rientrati negli spogliatoi. Ma anche a loro i compagni avranno portato il messaggio. Vincere a Genoa e continuare a premere alle spalle della Juventus.
I PIU’ IN FORMA – Garcia sceglie gli undici giocatori più in forma al momento, quelli che garantiscono il mix giusto tra forza fisica, equilibrio e tecnica. Yanga-Mbiwa preferito ad Astori, Cole in tribuna. De Rossi si accomoda in panchina, lasciando a Keita le chiavi del centrocampo. Irrinunciabili Ljajic e Gervinho ai lati di Totti. Pellegrini neanche sembra in emergenza, nonostante le assenze di Kompany, Aguero, Yayà Toure: squadra “più coperta” senza Jovetic, con Nasri alle spalle di Dzeko. A Jesus Navas e Milner il compito di crossare per la testa del bosniaco.
SPRECONI – Ritmo elevato, farsi assopire dal City è il pericolo numero uno. Con giocatori come Nasri e Jesus Navas possono imprimere accelerazioni devastanti all’improvviso. La Roma può lanciare Gervinho. Deve però passare per i piedi di Pjanic e Totti per accendere la luce. Lo fa il capitano dopo pochi giri d’orologio ma Holebas si murare da Hart. Il portiere inglese si ripete salvando su Gervinho e lo farà anche al 20′ su un diagonale dopo un contropiede solitario. De Sanctis è spettatore non pagante sino alla mezzora quando emula il collega chiudendo bene Milner in uscita bassa, assist al bacio di Nasri e buco lasciato da Yanga-Mbiwa anche troppo aggressivo sul primo controllo di Dzeko.
JOLLY NASRI – La Roma riprova la partenza sprint ma Fernando e Fernandinho fanno diga davanti a Demichelis e Mangala, bravi a non perdere mai le distanze. Garcia tiene molto larghi Gervinho e Ljajic, preoccupato dal bloccare Zabaleta e Clichy. I tagli alle spalle dei centrali avrebbero messo più in apprensione la lenta coppia centrale. Al 56′ è Fernando a triplicare sulla fascia per chiudere l’inserimento di Maicon. Un minuto più tardi è Pjanic a chiamare Hart alla respinta con un tiro da 25 metri. Proprio quando la Roma sembra poter crescere, arriva il gol inglese. Milner lavora un buon pallone sul lato corto dell’area di rigore e lo tocca centrale a Nasri. Maicon, Nainggolan e Keita non decidono chi debba chiuderlo e i tre secondi lasciati al francese sono una sentenza. Il destro batte imparabilmente De Sanctis. Forse solo Neuer avrebbe potuto di più.
Ora alla Roma servirebbero due gol per passare, in caso di pareggio (mentre il Cska perde a Monaco) la differenza reti premia il Manchester. Gli inglesi rimangono estremamente corti in campo. Servono tiri da fuori e giocate personali. Ci prova Nainggolan, ma Hart alza in angolo. Al 66′ Ljajic si costruisce e spreca da solo la palla del pareggio. Doppio dribbling, Zabaleta messo a sedere ma davanti ad Hart il tiro è altissimo. Garcia prova con Iturbe e Destro proprio per Ljajic e Totti. Su Manolas e Destro sono la sfortuna (il palo) e Clichy ad opporsi. I minuti passano, il City non molla il pressing costante e Pjanic non fa movimenti per smarcarsi e costruire gioco. Impossibile rendersi pericolosi. E a quattro dalla fine arriva il raddoppio di Zabaleta su assist di Silva. Troppo leggera sullo spagnolo la marcatura di Holebas.
Al triplice fischio dell’arbitro Mazic, alla Roma non resta che stringersi intorno al proprio pubblico e guardare avanti. Il Genoa domenica, poi il Milan. Sei punti difficili per chiudere il 2014, l’ultimo sforzo per guardare all’anno nuovo con rinnovato ottimismo.