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IL MESSAGGERO Roma, che delusione

Esultanza
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(U. Trani) Addio Champions, almeno per questa stagione: nella notte gelida dell’Olimpico, la Roma si inchina al City che è migliore del gruppo di Garcia anche senza Yaya Tourè e Aguero e che per la prima volta riesce a vincere in Italia. Le reti di Nasri e Zabaleta nella ripresa, quando Pellegrini decide che è giunto il momento di qualificarsi. I giallorossi, spenti e impauriti, falliscono l’obiettivo: niente ottavi, conquistati 4 anni fa con Ranieri e in attesa dello sbarco dei bostoniani. Parteciperanno, dunque, all’Europa League. Che non è la stessa cosa (persi 15 milioni) e che tra l’altro può essere d’intralcio nella corsa scudetto.

Garcia ha scelto, per il centrocampo, gli stessi uomini della gara di Manchester: Keita, Nainggolan e Pjanic. Ha, però, cambiato il sistema di gioco: ecco il 4-2-3-1. Che di solito è l’assetto del City. Pellegrini, anche per le assenze, preferisce invece partire con il 4-4-1-1.

Dietro a Totti, sale Pjanic, alle spalle di Dzeko c’è Nasri. In fase d’attesa la Roma torna spesso al 4-3-3, per disturbare Fernandinho e Fernando che, aiutati da Dzeko, puntano a prendersi il controllo del match. Inizialmente non accade. I giallorossi hanno una leggera supremazia nel possesso palla (55 per cento e alla fine 53). E sono, inizialmente, più pericolosi, sfruttando il contropiede. Holebas, su apertura di Totti, ha subito la chance per il vantaggio. Hart salva e si ripeterà sul diagonale di Gervinho.

La gara per 45 minuti rimane in equilbrio. Pure tatticamente. Il City conclude meglio la frazione e spaventa la Roma con il pressing alto. Lo soffrono Nainggolan e Pjanic. A volte pure Keita e sicuramente Maicon. Milner a fine tempo si presenta in area: De Sanctis chiude in angolo. E’ il primo avvertimento del Manchester che, sfruttando l’abilità degli esterni e di Nasri, cerca con più insistenza la rete per continuare l’avventura in Champions. Con lo 0 a 0, passerebbero i giallorossi: il Bayern sta già vincendo a a Monaco. Pellegrini, dopo l’intervallo, si prende il match. Ci riesce modificando il sistema di gioco e tornando al 4-2-3-1. Jesus Navas e Milner si allineano a Nasri. L’atteggiamento del City è più spregiudicato. Invasione totale della metà campo giallorossa, soffocando Maicon e Holebas. Nasri è il man of the match. Gran destro dal limite, rientrando da sinistra, e palla che entra baciando il palo. E, a fine ripresa, l’assist per Zabaleta che firma il 2 a 0.

CROLLO DEL MURO –  La difesa è sempre più fragile: 8 reti nelle ultime 5 gare (6 nelle 3 all’Olimpico). In mezzo il palo di Manolas, colpo di testa su punizione di Pjanic, e le mosse della disperazione di Garcia che per la terza volta su tre partecipazioni esce alla prima fase: Iturbe per Ljajic, Destro per Totti e Florenzi per Maicon. L’ultimo entra tardi, gli altri due evaporano presto. L’attacco resta a digiuno, mai successo in questa stagione all’Olimpico (ultima volta l’11 maggio contro la Juve). La Sud fischia i giocatori che non vanno salutare la gente delusa. Poi capiscono e s’incamminano verso la curva. Solo i tifosi a restituire certezze alla squadra demoralizzata. «Vinceremo il tricolore». Già lo scudetto. Era il caso di ricordarselo pure sabato scorso. Quando sono stati buttati 2 punti contro il Sassuolo. Pensando, inutilmente, al City.

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