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CORRIERE SELLA SERA MaxiMilan secondo Silvio

Filippo Inzaghi, tecnico del Milan
Filippo Inzaghi, tecnico del Milan

(A. Ravelli) Silvio Berlusconi deve conoscere le profezie che si autoavverano, visto che, per esempio, muovono i mercati finanziari: in Borsa diffondere la voce di un crollo imminente può finire per produrre effettivamente il crollo. Allo stesso modo — deve pensare Berlusconi — continuare a ripetere ai propri giocatori che sono fortissimi può servire ad accrescere la convinzione e renderli davvero un po’ più forti. L’assicurazione, alla vigilia della sfida con il Napoli, che il Milan era da terzo posto, in fondo, ha portato bene. È difficile spiegare altrimenti le parole pronunciate dal presidente nella visita del venerdì n° 16.

Se a Roma si è scelta la rabbia come benzina per correre, a Milanello ci si prova a fortificare facendo bagni di ottimismo e fiducia: «Entrate in campo per essere padroni del gioco. Giocate con forza perché noi siamo più-for-ti», è la convinzione/ previsione scandita da Berlusconi, che, per la quarta volta, ha usato Milanello anche come ufficio: dopo la squadra, ha infatti incontrato dirigenti di Publitalia. «Vi faccio i miei complimenti per la stupenda prestazione contro il Napoli — ha continuato a ripetere ai giocatori riuniti per il pranzo —. Ora andiamo a Roma, sarà una gara fondamentale per noi, entrate in campo sapendo di essere più forti, io non cambierei mai la nostra rosa con la loro. E il tifo non può influire sui giocatori, perché le tribune sono lontanissime dal campo, quindi avete la possibilità di essere padroni del campo».

Con un presidente così, Pippo Inzaghi appare necessariamente il prudente del gruppo, visto che, nei giorni scorsi, aveva inquadrato la sfida in altro modo: «Se perderemo farà parte della normalità, altrimenti faremo una gran cosa. Serve la partita perfetta». Di sicuro il Milan è arrivato in stazione a Roma più leggero, dopo la vittoria con un’altra squadra sulla carta più forte (il Napoli). Mai, come questa sera, sarà puntuale l’albero di Natale che Inzaghi ha riesumato dalla cantina una settimana fa e che Ancelotti inventò, proprio all’Olimpico contro la Roma, il 6 gennaio 2004, con Sheva unica punta (il Milan vinse 2-1 e i giallorossi erano fin lì imbattuti).

La stella in punta sarà ancora Jérémy Ménez, l’ex di serata (assieme a Mexès), che a Roma non hanno mai rimpianto molto, complici i soli 7 gol in tre stagioni. Ma Ménez, che festeggia le 100 partite in A, in questa stagione è già a quota 8. «Vedrete, non durerà», avevano detto da Roma, dopo le prime gare positive: ecco l’occasione per dimostrare che la continuità è conquistata. Dietro di lui, ancora Honda e Bonaventura (El Shaarawy resta in panchina, ma il fratello/agente ha assicurato che a gennaio non si muove), per una squadra che cambia pochissimo rispetto alla gara con il Napoli, a parte forse Muntari al posto di Poli e per forza Zapata per l’infortunato Rami.

In difesa il Milan ha fuori tutti e quattro i supposti titolari (Alex però ritrova la panchina) e, anche se nelle ultime tre partite ha incassato solo una rete, è anche vero che prende gol da 10 trasferte consecutive (totale: 17). L’ultima gara fuori casa senza gol risale al 26 marzo, 2-0 a Firenze, e in panchina c’era Seedorf. Un altro ex allenatore, Max Allegri, che ha già archiviato Cagliari con la sua Juve, guarda all’Olimpico. Sabato 7 maggio 2011, uno 0-0 in Roma- Milan fu sufficiente per far vincere lo scudetto al Milan di Max. Un buon auspicio in cambio di un regalino di Natale: anche Inzaghi sarebbe d’accordo.

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