(L. Valdisseri) – Il Milan raddoppia la carica di autostima dopo la vittoria contro il Napoli, strappando un pareggio all’Olimpico anche se gioca 25’ con l’uomo in meno, e la Roma chiude male un 2014 in cui ne ha vinte e perse poche, ma purtroppo per Garcia decisive per chiudere al secondo posto il campionato scorso.
Il mani di De Jong
È lo stesso posto in cui i giallorossi passeranno le feste di Natale, ma con la bocca amara perché la Juve è scappata a +3, la rabbia per un clamoroso rigore (mano di De Jong) non fischiato da un Rizzoli in confusione e malissimo assistito da Massa e la consapevolezza di aver giocato male una gara che doveva e poteva vincere. Forse mandato in confusione da una settimana stressante, con la squalifica per i fatti di Genova poi sospesa, anche Garcia ha sbagliato: senza Pjanic, squalificato, ha giocato con una formazione con poca qualità in avanti, scegliendo Florenzi come terzo attaccante e poi non è stato più in grado di recuperare il tempo perduto.
La consapevolezza di Inzaghi
Il Milan fa un passo avanti importante, non tanto in classifica quanto nella consapevolezza che il lavoro di Inzaghi sta dando i suoi frutti. È stata buona soprattutto la ripresa dei rossoneri, che hanno giocato senza paura e che anche dopo l’espulsione di Armero, per doppia ammonizione, sono riusciti a non soffrire troppo. Menez non ha trovato il gol dell’ex, ma ha giocato una buona gara, facendo ammonire tre giallorossi.
Terzo buco casalingo
La Roma non ha sfruttato la debolezza del Milan in difesa sulle fasce: aveva pochi gol «nei piedi» e Ljajic e Destro sono entrati quando il Milan aveva ormai trovato le giuste misure in campo. Un’occasione buttata e il terzo «buco» casalingo consecutivo dopo il pareggio con il Sassuolo e la sconfitta con il Manchester City. A gennaio servirà qualcosa.
Fonte: corriere.it