(E.Sisti) – Liberateci dal fantasma. Dateci l’occhio di falco. Il calcio è stufo. Sono vecchi romanzi, questi in cui il pallone finisce in quel punto che manda al manicomio migliaia di persone perché quelle due o tre che dovrebbero decidere spesso sono in contrasto fra loro. Accadde lo scorso anno a Reggio Emilia (protagonisti, Sansone del Sassuolo, la Roma, Rizzoli e l’addizionale di porta Banti). Accadde allo Juventus Stadium quando sempre Banti, addizionale, non segnalò il pur evidente fuori gioco di Vidal. E’ accaduto ieri, l’addizionale Maresca protagonista due volte. Prima suggerisce all’arbitro Guida: «Per me non è gol». Lo sentono tutti i giocatori. Guida decide per conto suo e va verso il centrocampo. Poi Maresca non dirà nulla, stufo di essere contraddetto forse, sul fallo di Emanuelson su Kone (si poteva dare rigore e si poteva non dare). Anche lì Guida decide “pro-Roma” e la platea friulana esplode.
Sul gol-non-gol è comunque tempo di provvedere. Perché si può. Il presidente Tavecchio spinge per rinnovare, a parole avrebbe già congelato gli addizionali di porta, che effettivamente quando si muovono fanno venire i brividi. Costano 760 mila euro all’anno, sono arbitri “veri” ma da addizionali guadagnano quasi un quarto del cachet giornaliero del loro collega col fischietto in bocca (3.800 euro contro 1.080). C’è chi dice che nessuno abbia voglia di farlo, l’addizionale, e per questo odiano prendersi delle responsabilità. L’investimento per la Goal Technology, che risolve ogni dubbio (a differenza delle moviole), costa ma toglierebbe un po’ d’ansia al calcio. L’installazione nei 20 stadi di serie A costerebbe 3,5 mln (175 mila a stadio), il funzionamento ad ogni partita circa 2500 euro, con una ricaduta sui club di circa 50 mila euro complessivi. Cifre più basse rispetto a quelle inglesi (250 mila sterline per l’installazione). Bisogna solo mettersi d’accordo sul fantasma: lo vogliamo ancora? Dite di no per favore.