(M. Ferretti) L’ultima Roma, quella che si è portata a un solo punto dalla Juventus capolista, segna poco e poco fa segnare. Due gol all’attivo e zero al passivo, nelle tre partite a cavallo tra il vecchio e nuovo anno. In realtà, la squadra di Rudi Garcia continua a produrre un buon numero di occasioni, solo che recentemente molte non le sfrutta. Segno che c’è bisogno di qualcuno che abbia grande confidenza con il gol, «ma è meglio avere cinque giocatori da cinque reti che uno da venticinque», il dogma del francese. Che, senza gli africani Keita e Gervinho, ha ritrovato Strootman e (in parte) Iturbe. Con l’olandese la squadra non soltanto (grazie anche a Holebas) ha (ri)cominciato ad attaccare a sinistra ma ha ripreso a manovrare il pallone a centrocampo come accadeva nella passata stagione. Kevin a Udine è stato colui che ha recuperato il maggior numero di palloni, 13, mentre Pjanic ha azzeccato il maggior numero di passaggi, 72 (Strootman 66). Del dominio del pallone a centrocampo si è avvantaggiato pure De Rossi, lucido e efficace nell’interdizione. E domenica Rudi avrà di nuovo a disposizione Nainggolan, tenuto in panchina al Friuli perché diffidato. Quattro uomini per tre maglie.
Ma Garcia, a sorpresa, potrebbe proporre volti nuovi in attacco, al di là delle condizioni di Ljajic, per far male alla Lazio sulle corsie esterne. Il tutto sapendo che la squadra di Pioli brilla sugli esterni offensivi, ma la rinuncia a uno tra gli Maicon e Holebas – attaccanti per natura – appare al momento improbabile.