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GAZZETTA DELLO SPORT Roma-Lazio, stracittadina a chi?

De Rossi
De Rossi

(S. Vernazza) La seconda (Roma) contro una delle due terze (Lazio). Il derby del Cupolone è uno dei due incontri ravvicinati del primo tipo, in questa diciottesima giornata. Il principale, Napoli-Juve, vede la capolista a casa dell’altra terza. Nove punti, l’equivalente di tre vittorie, separano Roma e Lazio, ma dall’analisi dei dossier Optasports, pieni di indicatori tecnico-tattici, sembra che la distanza sia più corta. Interessante lo storico recente dei due club in campionato. Ultima sconfitta della Roma, a Napoli il 1° novembre (0-2): da quel giorno cinque vittorie e due pareggi, 17 punti in 7 gare. Ultimo scivolone della Lazio, il 22 novembre in casa contro la Juve (0-3): da allora tre vittorie e due pareggi, 11 punti in 5 partite. Curioso che le due romane abbiano perso i loro ultimi incontri contro le protagoniste dell’altro grande duello di giornata. Significativo che tutte e due vengano da strisce positive importanti, oggi pomeriggio all’Olimpico si misureranno due forze ascendenti.

LA STATISTICA DICE CHE… Il bilancio in Serie A dice Roma, forte di 49 vittorie contro le 37 della Lazio. Il risultato più diffuso però è il pareggio, uscito 56 volte, e con predilezione per l’1-1: 27 volte, striscia record di cinque 1-1 consecutivi tra il dicembre 1990 e il novembre 1992. Per la statistica tira aria di pareggio. L’ultimo faccia a faccia, poco meno di un anno fa, 9 febbraio 2014, finì 0-0.

SENZA GERVINHO Il problema principale della Roma è rappresentato dall’assenza di Gervinho, precettato dalla Costa d’Avorio per la Coppa d’Africa. Senza «Gervy» la squadra di Garcia perde buona parte della capacità di saltare l’uomo, di creare la superiorità numerica. Lo dicono i numeri: con 49 dribbling riusciti l’ivoriano è di gran lunga il romanista più abile nell’uno contro uno. Il secondo giallorosso di questa speciale classifica è Iturbe con 18. E’ vero che il sudamericano ha giocato meno della metà dei minuti dell’africano – 444 minuti contro 1059 –, però fin qui tra i due non c’è stata pista sulla capacità di incidere, creare opportunità, seminare pericolosità. Proprio Iturbe dovrebbe sostituire il grande assente, anche se Garcia si lascia aperta la soluzione Ljajic – frenato da una botta a un ginocchio – e ha provato in allenamento Pjanic trequartista con due punte. La Roma è un rebus, non è escluso neppure che Garcia punti su Destro: dare fiducia al centravanti in un match cruciale per fargli sentire stima e convincerlo a rimanere.

CON ANDERSON Stefano Pioli schiererà di sicuro Felipe Anderson, l’uomo del momento in casa Lazio. Il brasiliano ha fin qui disputato 699 minuti, meno della metà delle partite di campionato, eppure ha lasciato una grande impronta: 4 gol, 14 occasioni create e, attenzione, 43 dribbling positivi, appena sei in meno di Gervinho. È una disdetta che la Coppa d’Africa abbia sottratto l’ivoriano al derby di oggi, il confronto tecnico con FA7 sarebbe stato bellissimo, forse esaltante per velocità e colpi. Iturbe non è scarso e nello scorso campionato al Verona fu protagonista di due super prestazioni contro la Lazio, però con Felipe Anderson in queste condizioni la formazione di Pioli sembra in vantaggio per il gioco sulle fasce, tanto più che a destra «scavallerà» il recuperato Candreva. Pioli scambierà di continuo le due ali e la cosa potrebbe mettere ansia alla Roma sui fianchi, dove Maicon non è annunciato al massimo e dove Florenzi sarà oberato da compiti tattici. I report confermano, Roma e Lazio sfruttano le corsie laterali: 62 per cento i giallorossi, 61 per cento i biancocelesti. La Lazio crossa un po’ di più: 21 traversoni in media, punizioni incluse, contro 13,47.

ROMA PIU’ MANOVRIERA La quantità di passaggi fa capire se una squadra sia o meno incline al giropalla. La Roma di tocchi ne effettua in media 594,88 a gara; la Lazio tanti di meno, 447,12. Il portiere romanista rimette in gioco il pallone con la mano 6,18 volte a incontro, quello laziale 4,71: anche questo particolare esprime una tendenza, quella di far scorrere il pallone, non di lanciarlo. Roma più «toccheggiante», Lazio più sbarazzina, anche se il possesso romanista non è fine a se stesso, come prova il dato sulle verticalizzazioni: 178 a 157 per i giallorossi. Ragion per cui, in assenza degli sprint di Gervinho, la principale fonte di gioco romanista sarà con ogni probabilità rappresentata da Pjanic, maestro nell’arte dell’imbucata e dell’imbeccata. E qui sarà importante capire chi si dedicherà al bosniaco in prima battuta. Se toccasse a Mauri, fresco 35enne, forse qualche problema potrebbe saltare fuori.

CONCLUSIONI Si ritorna alla casella di partenza. Date le assenze, i dubbi sull’assetto, le incertezze imposte dal mercato (Destro), la Roma potrebbe non disprezzare un pareggio, nella speranza che da Napoli in serata arrivino buone notizie. Ma è soltanto un’impressione, nulla è più imprevedibile di un derby.

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