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L’ANALISI di ROMA-LAZIO Primo tempo da incubo poi Strootman cambia la partita. Infinito, magnifico Capitano

L'analisi della partita
L’analisi della partita

“Il derby non si gioca ma si vince”, disse Garcia lo scorso anno prima del 2-0 dell’andata. A volte però pareggiarli è come vincerli, soprattutto quando chiudi il primo tempo con due gol di svantaggio e una prestazione al limite dell’indecoroso. Con corsa, maggiore foga agonistica e le volate di Felipe Anderson, la Lazio ha stritolato la Roma per 45 minuti. Le correzioni di Garcia e la classe, il talento, il genio di Francesco Totti hanno guidato la rimonta. Mezzora in cui tutto poteva accadere, poche occasioni ma importanti. Dopo la vittoria della Juve a Napoli, col classico “aiutino” sul decisivo gol di Caceres, i giallorossi tornano a -3 e la differenza con i bianconeri, ad un turno dalla fine del girone d’andata, la fa sempre la tripletta di Gianluca Rocchi da Firenze nello scontro diretto.

LE FORMAZIONI – Due cambi per Garcia rispetto alla Roma vittoriosa ad Udine: il tecnico francese sceglie il dinamismo di Nainggolan e Florenzi al posto di Strootman e all’acciaccato Ljajic. Confermato Astori al centro della difesa vicino a Manolas, mentre Maicon e Holebas fronteggeranno Felipe Anderson e Candreva. Totti agisce nel quadrato formato da difensori e centrocampisti centrali biancocelesti, pronto ad innescare la velocità di Iturbe. Pioli deve fare a meno dell’uomo d’equilibrio Lulic e sceglie il modulo più offensivo con Mauri alle spalle di Djordjevic oltre alle due ali.

ZERO INTENSITA’ – I primi sessanta secondi sono lo specchio di tutto il primo tempo: Nainggolan si fa rubare palla da Candreva dopo un controllo sbagliato e lancia la ripartenza dell’esterno, il cui diagonale destro finisce largo. Il belga e Florenzi dovevano essere la risposta all’esplosività della Lazio, ma proprio loro saranno i due peggiori. Insieme a Maicon, praticamente un birillo per Anderson e Candreva che spesso invertono le posizioni. Sulla sinistra Holebas è l’unico sufficiente della prima frazione romanista. Eppure prima del tremendo uno-due laziale, la Roma aveva avuto una buona opportunità per far male a Marchetti. Al 13′ l’unica ripartenza bruciante piazzata da Holebas e Nainggolan che liberano Pjanic al limite: il bosniaco potrebbe attendere l’aprirsi della difesa grazie alla sovrapposizione di Totti, ma invece di calciare serve il capitano quasi spiazzato dal suggerimento. Radu e Cana ringraziano e chiudono. L’albanese attenta due volte alle gambe di Iturbe, che si scatena in velocità negli spazi aperti. Per Cana un giallo al limite del rosso e un altro intervento molto rischioso ma sul pallone.

La Lazio rimane sempre molto corta e nel pressing asfissia la Roma: proprio da una palla persa da Nainggolan al 24′ arriva il gol del vantaggio. Fuga di Felipe Anderson (Maicon dove eri?), scucchiaiata per l’inserimento di Mauri sul quale è un pelo in ritardo la chiusura di De Rossi. La girata del capitano laziale fredda De Sanctis, 0-1.  E’ un gancio che mette in ginocchio la Roma e quattro minuti più tardi arriva il raddoppio, proprio di Anderson. Astori perde un rimpallo con Djordjevic, Mauri cerca di ridargliela di tacco finendo per servire il brasiliano. Sinistro rasoterra che batte De Sanctis, partito in ritardo per non aver visto il pallone passato tra le gambe di De Rossi, Astori e Manolas. La Roma accusa ma non crolla del tutto, affidandosi al proprio capitano. Totti lancia Florenzi e Iturbe ma l’argentino calcia altissimo di prima dal limite invece di stoppare e mirare.

INFINITO TOTTI – Così non va per la Roma, Garcia la cambia con coraggio: fuori Nainggolan e Florenzi, dentro Strootman e Ljajic. Riproposta la squadra di Udine. Dentro la forza dell’olandese e la capacità dell’uno contro uno di Ljajic che per Basta diventerà un incubo. Il tecnico alza il baricentro e, proprio da un pallone conquistato con due contrasti al limite da Strootman e Astori dentro la metà campo della Lazio, nasce il gol che riapre il match. Cross tagliato di Strootman che vede sul secondo palo Totti, in linea perfetta con Radu. Quasi troppo facile per il capitano battere Marchetti. La Sud, dopo la magnifica coreografia, torna a ruggire e l’entusiasmo contagia anche Maicon che spinge per la prima volta al 4′. Combinazione con Totti e Pjanic che crossa arretrato rispetto a Ljajic solissimo. Un minuto dopo Marchetti si addormenta per rinviare dal fondo: giallo ineccepibile. Iturbe lo sveglia con un missile da 30 metri, pallone smanacciato da sotto la traversa. La Roma macina gioco sulla sinistra, con Holebas instancabile e Strootman leader ritrovato. Giallorossi sbilanciati, Mauri in area al 14′ viene fermato dal palo. Sul capovolgimento, Iturbe si fa fermare da Cana mostrando qualche limite nel saltare l’uomo da fermo (caratteristica principale di Gervinho). Al 18′ il pareggio, bellissimo: Holebas salta Candreva e crossa benissimo sul secondo palo dove Radu dorme lasciando strada a Totti che si lancia in un’acrobazia fenomenale. Esplode l’Olimpico per l’11° gol nei derby dell’unico vero capitano. Semplicemente infinito.

ENERGIE ESAURITE – Immediatamente dopo il 2-2, Pioli corre ai ripari inserendo Onazi per Felipe Anderson (azzoppato da un bel colpo di Astori) e Klose per Djordjevic. Al 26′ l’occasione romanista per vincerla: grande combinazione stretta tra Ljajic e Pjanic, pallone al limite per Strootman che calcia forte ma centrale e Marchetti può bloccare. Cavanda prende il posto dell’infortunato De Vrij e Maicon ritorna timido oltre che completamente in riserva di ossigeno. Astori salva contro Onazi. Al 34′ ecco Destro che entra al posto di Iturbe, stremato anche dal discreto lavoro di copertura. Gli ultimi cinque minuti prima del recupero vedono le squadre fronteggiarsi come due pugili in riserva d’energia. Per fortuna della Roma il guizzo giusto lo trovano De Sanctis e Manolas: bravissimo il portiere a riscattarsi opponendosi alla girata di Klose, ottima la reattività del greco nell’allontanare la respinta. Ancora Manolas sbarrerà la strada alla fuga solitaria di Cavanda con un recupero strepitoso. Dall’altra parte è Radu a farsi perdonare al 44′ intercettando la triangolazione tra Strootman e Destro con l’olandese che sarebbe arrivato da solo davanti a Marchetti.

Dopo quattro minuti di recupero termina 2-2, un pareggio giusto con la Lazio capace di dominare il primo tempo per poi subire il ritorno della Roma padrona del campo nella ripresa (quasi 60% finale di possesso palla). I 16 gol subiti nella ripresa dalla squadra di Pioli (a fronte dei 5 dei primi tempi) dovrebbero essere segnali da considerare per l’ex tecnico del Bologna. Garcia è stato bravo a correggere la squadra, passando al 4-2-3-1 con Pjanic trequartista e costringendo i difensori laziali a seguire (male) Totti in area di rigore. Negativa la prove del bosniaco, spesso scolastico e soprattutto lento e poco lucido negli spazi stretti. Sabato sera a Palermo senza De Rossi e Nainggolan squalificati, ci vorrà tutto un altro Pjanic.

A cura di Daniele Luciani

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