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GAZZETTA DELLO SPORT Garcia: “Credo allo scudetto”. Pur con la Roma dei 7 peccati

Garcia
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(M. Cecchini) Allegri, la Roma sarà meno bella e meno solida ma Rudi Garcia al sogno scudetto crede ancora. Almeno è quello che ha detto in privato – ieri nel faccia a faccia con la squadra – e al pubblico televisivo francese di «Telefoot». «Voglio restare a lungo in giallorosso e vincere titoli. Quest’anno ho una squadra più forte rispetto a quella della stagione scorsa ». Possibile, ma alla dirigenza ieri ha detto anche altro: «Quando mancano alcuni leader, gli altri devono prendersi più responsabilità. Siamo troppo a corrente alternata. ognuno deve dare di più».

1) PUNTI E PARTITE Meglio così, però i giallorossi hanno chiuso l’andata con 3 punti in meno rispetto a un anno fa e soprattutto con un approccio alle partite assai diverso. Un dato per tutti: nel 2013-14 in 42 partite la squadra era andata in svantaggio solo 8 volte (di cui 3 a fine campionato, a giochi fatti), invece adesso è già successo 10 volte in 25 partite. Come dire, il rallentamento della Juve non è stato bene sfruttato anche per un approccio alla gara quantomeno rivedibile.

2) ATTACCO La crisetta si spiega anche con un attacco più in difficoltà. Il reparto avanzato è solo il 4° del campionato anche perché conclude poco rispetto alle potenzialità. Pur meno efficace di un anno fa, Gervinho sembra ancora indispensabile a una squadra che fatica a creare occasioni. Non a caso la Roma ha segnato 7 reti in meno rispetto all’andata del 2014, e incassandone 4 in più.

3) DESTRO E ITURBE I due attaccanti rappresentano un po’ la vetrina del momento. Destro ha una media gol da cannoniere di razza ma Garcia, pur ponendo il veto sulla sua cessione, preferisce Totti e questo fa sì che l’attaccante voglia andare via. Tra l’altro le sue dichiarazioni di Palermo («sono un attaccante della Roma per ora, ho bisogno di giocare e fare gol») non sono piaciute né ai tifosi né a diversi compagni. Discorso diverso per Iturbe. Costato quasi 30 milioni, finora ha reso assai meno del previsto non tanto per doti ma per intelligenza tattica. Insomma, non sorprende che Garcia nel mercato chieda un altro esterno d’attacco.

4) PERSONALITA’ Rispetto a un anno fa, poi, dallo spogliatoio viene fuori il segnale di una diminuita personalità del gruppo. Si dice, infatti, che pesino le assenze di Castan, Benatia, Balzaretti e Bradley. Non solo per il pur chiaro apporto tecnico, ma anche per la sicurezza che davano al gruppo.

5) FORMA E INFORTUNI Che diversi giallorossi siano perplessi sulla preparazione, poi, non è un mistero. Se si tiene conto che gli infortuni muscolari, con quello accusato due giorni fa da Torosidis (lesione al retto femorale destro) sono arrivati a 18 qualcosa non quadra, tanto più che la squadra negli ultimi tempi se parte forte cala nel finale, giustificando così una sorta di gestione inconscia della corsa, che porta però ad inizi di match troppo molli come quelli contro Lazio e Palermo (0 tiri in porta).

6) MODULI E FASCE Tra l’altro, la squadra sembra un po’ allergica ai cambi di modulo. Due giorni fa Pjanic ha espresso chiaramente il disagio del gruppo per il 4-2-3-1 e i miglioramenti per col ritorno al 4-3-3. I problemi però vengono anche dalle fasce, dove Maicon gestisce un po’ a fatica il suo tramonto causa problemi al ginocchio, mentre Cole è apparso l’ombra del giocatore che fu, uscendo presto anche dalle rotazioni.

7) GIOVANI E VECCHI In momenti di difficoltà, poi, viene facile parlare di mercato. Ebbene, adesso pare più evidente la discrasia che c’è tra una dirigenza che punta su giovani talentuosi per valorizzarli ed eventualmente capitalizzare e un allenatore che vuole vincere subito e ha bisogno di giocatori pronti. «Hazard a Lilla lo facevo giocare a 17 anni, adesso in panchina non ho giovani così». Ha ragione. per questo ora è il momento delle responsabilità.

 

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