(E. Menghi) Non sempre alle parole fanno seguito i fatti. Capita di dichiarare incedibile un giocatore e poi venderlo, o peggio ancora cederlo in prestito a una rivale italiana, così come capita di dichiarare battaglia per ottenere i tre punti e poi mancare l’obiettivo. Mercato e campo fanno parte dello stesso gioco, le regole a Roma le detta Garcia, a cui è sfuggita qualche bugia in buona fede da attore-allenatore qual è. Se il gioco vale la candela è ancora da scoprire. Certo Rudi non può più nascondere i difetti della sua squadra, che oggi ha l’occasione di prendersi una piccola rivincita contro l’avversaria battuta sì, ma con fatica e fortuna, undici giorni fa: «L’Empoli è forse la squadra meglio organizzata tatticamente della Serie A, ma la Coppa Italia è un’altra cosa, adesso c’è il campionato. Siamo concentrati al 100% sulla partita e non su altre cose. Gli assenti non possono giocare, mi concentro su chi c’è e ha voglia di prendere i 3 punti. Dobbiamo iniziare forte e fare di tutto per prendere il vantaggio, poi guai a fermarsi: dobbiamo fare una gara piena». Garcia non si mostra preoccupato per la sindrome da pareggio della Roma: «Finché i giocatori danno tutto in campo, sono tranquillo. Dobbiamo sfruttare il fatto di giocare in casa, noi siamo la Roma e nella Roma ci sono tutti, anche i tifosi. Saremo più forti in 12».
È però allo stesso tifo che esalta quello a cui attribuisce grosse responsabilità sull’addio (o arrivederci?) di Destro: «Avrei avuto piacere a vedere un sostegno al 100% per Mattia, ovviamente non parlo di me: io sono sempre stato con lui, così come i suoi compagni e la società. Bisognerebbe sostenere ogni giocatore anche nelle difficoltà, questo mi sembra un atteggiamento obiettivo e da tifoso. Destro è un giocatore di talento e un uomo di qualità. Adesso bisognerà prendere un giocatore più forte».
Ma è stato lo scarso utilizzo a far imbronciare Destro: «Voleva giocare di più, per questo lo abbiamo lasciato partire. È stata anche una mia decisione». Incedibile lo è stato solo per le telecamere: «Se dico vogliamo che parte, poi se rimane che faccio? Arriverà un sostituto, un centravanti. In difesa siamo tranquilli». Maiconè a mezzo servizio, ma stavolta dovrebbe partire titolare, centrocampo obbligato con Paredes, Pjanic e Nainggolan. Keita rientrato dall’Africa va in panchina. Tridente con Totti, Ljajic e Iturbe, Florenzi è l’unica alternativa (in più ruoli), perché ci si è messa pure la lombalgia a fermare Borriello. La Roma con le pezze stavolta sfiderà i titolari dell’Empoli e dovrà tirar fuori il carattere: «Dipendiamo solo da noi, i numeri parlano per questa squadra. Non bisogna avere la memoria corta». Meglio dare una rinfrescata.