(A. Abbate) Una vittoria di Pirro. Il prezzo dell’ultimo successo biancoceleste col Genoa (4-2, 14 maggio 2011) lo paga ancora Mauri. Gli costò addirittura la prigione a Ca’ del Ferro. E, triste ironia del destino, il giorno dopo questa partita potrebbe decidersi ancora il suo futuro: è attesa fra martedì e mercoledì, l’avviso di chiusura di quattro anni d’indagini a Cremona sulla vicenda calcioscommesse. Il capitano insieme a Doni, Signori e Bressan dovrebbe essere rinviato a giudizio per associazione a delinquere. L’ultima perizia sul suo smartphone aveva scagionato Stefano, ma gli inquirenti, che devono giustificare la detenzione, non sono d’accordo: «C’erano solo tre telefonate, dunque Mauri non utilizzava quell’apparecchio». I legali Melandri e Buceti annunciano battaglia in aula a Cremona. Dove dovrebbero difendersi Stefano e tutti gli accusati di associazione a delinquere. Gli altri cercheranno d’ottenere la competenza territoriale per dilatare i tempi e andare a prescrizione: il ct Conte dovrebbe rispondere solo di frode sportiva per le gare con Novara e Albinoleffe, ai tempi di Siena. Notevole scrematura comunque, solo per 117 indagati su 225 verrá depositato l’atto di chiusura. Un centinaio di nomi archiviato. Ad esempio Gennaro Gattuso: «Nessun riscontro», aveva giá ammesso il pm Di Martino. Così dall’inchiesta dovrebbero uscire anche Bonucci, Criscito, Kaladze e Sculli.