(V. Pacelli) – La vicenda delle venti mila copie del libro “Ti racconto… il calcio” di Carlo Tavecchio, acquistate dalla Figc finisce sul tavolo del governo. Più precisamente sulla scrivania del sottosegretarioGraziano Delrio, che nei prossimi giorni tramite il Coni chiederà spiegazioni alla Federazione Italiana Giuoco Calcio. A chiedere un intervento di Delrio è stato il deputato Pd Federico Gelli secondo il quale “quell’acquisto è abbastanza singolare e inopportuno – spiega tramite il suo portavoce – per quel conflitto di interesse abbastanza evidente”. Gelli si riferisce alla delibera – pubblicata ieri dal Fatto – del 19 novembre scorso nella quale il comitato di presidenza della Figc approvava l’acquisto di venti mila copie dell’opera 17 racconto.. il Calcio, nella quale Tavecchio racconta alla nipotina Giorgia “la meravigliosa storia del calcio e della lega dilettanti”.
NELLA DELIBERA era stato usato un’escamotage, ossia era stato citato solo il titolo del libro, senza dire chi fosse l’autore. Così sono stati spesi 107 mila euro più Iva. Sul caso ieri è intervenuto anche Gianluca Vacca, deputato M5s: “Dopo le banane e gli affari con gli immobili, acquistati dalla Lnd, adesso Tavecchio fa comprare alla Federazione 20 mila copie del suo libro. In parte con denaro pubblico. A questo punto deve dimettersi”. La Figc invece in un comunicato ufficiale spiega che “Il Comitato non ha ravvisato alcun conflitto di interessi, né anomalia nel fatto che il presidente Tavecchio fosse l’autore della pubblicazione, sia perché lo stesso non riceve alcun compenso sulle vendite sia perché il messaggio didattico ed educativo del libro è rafforzato proprio dal ruolo da lui ricoperto in Federazione. In riferimento a quanto pubblicato dal Fatto Quotidiano, (…) la Figc rende noto che il Comitato di Presidenza, nella riunione del 19 novembre 2014 (…) ha approvato all’unanimità l’acquisto dei volumi per distribuirli gratuitamente alle società sportive”. Tavecchio ha preferito affidarsi alla nota della Federazione, sfuggendo – oltre che alle telefonate – anche alle domande di un cronista del Fatto che davanti la sede della Lega Calcio ha chiesto spiegazioni al Presidente Figc. Intanto si scopre un altro dettaglio di questa vicenda e riguarda l’editore del libro di Tavecchio, laMoruzzi’s Group. La società è stata citata in un verbale finito agli atti del Mose.A tirarla in ballo, l’indagato Daniele Fioretto, collaboratore della Eracle, una società che – secondo la sua stessa testimonianza – faceva fatture gonfiate per la Mantovani, azienda coinvolta nello scandalo del Mose. A verbale, parlando di fatture gonfiate, Fioretto dice: “Escludo per quello che mi consta, che la Eracle abbia fornito lo stesso tipo di servizio reso a favore della Mantovani per altri clienti.”. E poco dopo: “Mi sembra che in alcuni rapporti con la società l’architetto Moruzzi, la Moruzzi’s Group, siamo rientrate delle piccole somme in contante per il Moruzzi. Non ricordo quale società però aveva i rapporti con la Moruzzi’s Group”.
LA MORUZZI’S GROUP, è bene precisarlo, non è stata poi coinvolta nell’inchiesta sul Mose. E una società posseduta da due trust (trustee Mattia Moruzzi, classe 1977) e che nel 2013 ha fatturato 3,3 milioni di euro. La Moruzzi’s Group ha lavorato molto con la Lega Nazionale Dilettanti, di cui Tavecchio era il numero uno: oltre alla pubblicazione del libro si è anche occupata dell’organizzazione di alcuni convegni della Lnd, come quello del 30 settembre 2013 a Bologna. Inoltre si occupa anche della rivista di Calcio illustrato, sempre della Lega Nazionale Dilettanti diffusa a 14 mila società e tesserati in 60 mila copie. Il Fatto ha provato più volte a contattare la casa editrice, con sede a Bologna, senza mai ottenere risposta. Intanto sul caso si attiverà il governo. La questione che coinvolge Tavecchio è di rilevanza pubblica: la Figc infatti ha speso 107 mila euro più Iva, che provengono dal suo bilancio in parte alimentato da fondi pubblici.
NEL BUDGET del 2014 ci sono contributi del Coni alla Figc per oltre 65 milioni di euro. Nelle casse della Federazione inoltre sono arrivati anche 15,6 milioni di euro dalle quote degli associati, 34,5 milioni dalle manifestazioni internazionali, oltre altri 38, 5 milioni di pubblicità e 2,2 milioni sotto la voce di “altri ricavi”. Il totlae del buget del 2014, quindi è da capogiro e ammonta a159,5 milioni di euro. Rispetto a questa cifra, 107 mila euro più Iva posso sembrare pochi. Ma sono pur sempre parte di denaro pubblico e adesso toccherà al governo fare chiarezza.