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GAZZETTA DELLO SPORT Il soldato Paredes energia nuova per la Roma scarica

Leandro Paredes
Leandro Paredes

(C. Zucchelli) L’ultima volta che Leandro Paredes ha giocato due partite di fila dal primo minuto (esclusa la Primavera del Chievo) la Roma di Zeman batteva 4-2 la Fiorentina. Era l’8 dicembre 2012, all’Olimpico segnarono Castan, Totti (doppietta) e Osvaldo, mentre dall’altra parte del mondo il Boca Juniors batteva 2-1 il Godoy Cruz. Nel 4-4-2 di Falcioni giocava titolare, come esterno a sinistra, il diciottenne Paredes, alla settima partita di fila da titolare. Era uno dei più in forma, Paredes, e per lui si prospettavano mesi da primo della classe. Non è successo, perché nel torneo finale ha messo insieme appena 7 presenze, mentre la stagione successiva (2013-2014) in Argentina ha giocato appena 4 partite per colpa di un serio infortunio alla caviglia e in Serie A col Chievo si è limitato all’esordio. Oggi, invece, giocherà la settima partita con la maglia della Roma e, per la prima volta, ne farà due consecutive dall’inizio: dopo la Coppa Italia contro la Fiorentina, ecco il campionato a Cagliari, da un’isola all’altra visto che a Palermo era arrivato l’esordio dal primo minuto.

Tra tutti quelli che si sono imbarcati ieri per la Sardegna, Paredes è uno dei più sereni. Primo perché sta bene fisicamente – e di questi tempi è una sorta di miracolo – e secondo perché è finalmente arrivato il suo momento. Complici le assenze di De Rossi (dovrebbe rientrare col Parma) e Strootman e visto l’avanzamento di Pjanic sulla trequarti, Paredes giocherà in mezzo con Keita e Nainggolan, come già successo martedì in Coppa. È rimasto in campo poco meno di un’ora e finché lo ha fatto è stato tra i migliori, anche se Garcia gli chiede ancora più personalità. Cosa non facile, considerando che avendo giocato col contagocce Paredes deve trovare ritmo e voglia di rischiare anche le giocate più complicate.

Di certo, il fatto che la Roma abbia già annunciato al Boca che lo riscatterà a fine stagione (4.5 milioni il costo dell’operazione) lo ha tranquillizzato parecchio e, al tempo stesso, lo ha responsabilizzato, proprio come voleva Sabatini che, almeno con lui, non ha a che fare con padri esigenti (Sanabria) o procuratori sempre pronti col telefono in mano (Uçan). Dei tre giovani, l’argentino è quello che gioca di più, ma anche quello che si lamenta di meno e che finora ha saltato soltanto una convocazione (quella contro l’Atalanta) per una contrattura.

Sei soli giorni senza allenarsi, per il resto è stato sempre a disposizione e ha potuto fare scuola di apprendimento tattico dai collaboratori di Garcia, oltre che da De Rossi e, soprattutto, Keita, uno che ama insegnare calcio a chi gli sta vicino. La stessa cosa faceva Riquelme, l’idolo (e amico) di Paredes, che tempo fa gli ha augurato tanta fortuna per la sua avventura europea, ma gli ha anche predestinato «un finale di carriera a casa, al Boca». Tempo per pensarci ce n’è, visto che Paredes deve ancora compiere 21 anni, intanto però deve mettere a frutto proprio gli insegnamenti di Riquelme che, poco prima che lasciasse l’Argentina, gli ha lasciato il consiglio più prezioso: «Usa meglio il corpo perché il calcio europeo è più fisico. Preparati a prendere tante botte e a rialzarti subito».

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