(A. Schianchi) – Le camionette della polizia presidiano l’entrata del centro sportivo di Collecchio. Vicino al cancello gli agenti controllano chi entra e chi esce. Sembra una scena surreale, ma che è successo? C’è la conferenza stampa del direttore generale Pietro Leonardi che, negli ultimi giorni, ha subito pesanti minacce da parte di tifosi o pseudo-tali: si vuole evitare che qualche male intenzionato si avvicini troppo al dirigente. Ci sono già tanti problemi da risolvere a Parma che ci manca pure una rissa, una scazzottata o una dura contestazione. Gli uomini della Questura sorvegliano e garantiscono la sicurezza, però l’immagine dà l’esatta dimensione di che cosa sia diventato il Parma Football Club: una polveriera.
PIOVE SUL BAGNATO La discesa all’inferno, ieri, ha conosciuto un’altra tappa. E’ arrivato il doppio deferimento al Tribunale Federale Nazionale Sezione Disciplinare da parte del procuratore Stefano Palazzi a seguito della segnalazione della Covisoc. Con la società sono stati deferiti i due legali rappresentanti pro-tempore Tommaso Ghirardi e Pietro Leonardi. Il primo deferimento è «per non aver documentato agli Organi Federali competenti l’avvenuto pagamento degli emolumenti dovuti ai propri tesserati. Lavoratori dipendenti e collaboratori addetti al settore sportivo per le mensilità di luglio, agosto e settembre 2014 nei termini stabiliti dalla normativa federale». Il secondo «per non aver documentato agli Organi Federali competenti l’avvenuto pagamento delle ritenute Irpef e dei contributi Inps» relativi agli emolumenti stessi. La società è stata deferita a titolo di responsabilità diretta. Al Parma verranno tolti altri 2 punti in classifica. Ma la partita più importante si gioca lunedì: il nuovo proprietario Giampietro Manenti deve garantire gli stipendi arretrati (o almeno parte di essi). Ieri non era arrivato alcun bonifico. Essere pessimisti, in simili circostanze, significa fare un esercizio di realismo. Se i soldi non ci saranno, i giocatori e i tecnici procederanno con la messa in mora della società, ma ciò che è più importante partiranno, con molto probabilità, tutte le ingiunzioni fallimentari da parte dei creditori (e sono parecchi). Di fronte a una manifesta insolvenza è una delle poche strade percorribili.
DIMISSIONI Leonardi, l’unico dirigente rimasto sulla barca che affonda, annuncia le sue dimissioni dal consiglio di amministrazione, ma dice che resterà a disposizione della nuova proprietà come direttore generale. Perlomeno se verrà data continuità aziendale, cioè se verranno pagati gli stipendi (altrimenti lascerà pure lui). Nella conferenza di ieri si è tolto qualche sassolino. «Ho sentito gente che mette in dubbio la regolarità del campionato (Damiano Tommasi, ndr). Non esiste: la nostra professionalità non è in discussione. Non sono io che ho comprato a prezzi elevati gente come Cristiano Luca-relli o Vantaggiato. E quando li abbiamo rivenduti non abbiamo fatto certo delle plusvalenze (l’ex presidente Tommaso Ghirardi, ndr). Io ho comprato i Giovinco, i Parolo, i Belfodil: tutti venduti con plusvalenze». Ha parlato di «traditori al fianco», ha dato una stoccata a chi si augura il fallimento della società («e ai dipendenti e alla loro famiglie non ci pensate?») e, infine, ha raccontato una scena che ha dell’incredibile. «La sera di Milan-Parma, dopo il gol di Nocerino ricevo un sms da Rezart Taçi che si dice pronto ad atterrare a Parma nella notte se vinciamo a San Siro. Non rispondo. All’una di quella stessa notte il presidente Kodra, uomo di fiducia di Taçi, suona al campanello di casa mia e mi comunica che hanno deciso di portare i libri in tribunale. Mi chiedo che cosa sia successo in quelle tre ore…». Forse Manenti, che molti danno vicinissimo ad alti esponenti politici del centrodestra, aveva già contatti per l’acquisto del Parma da Taçi?