(A. Serafini) Per ripartire e scacciare definitivamente i fantasmi della crisi serve continuità. Senza ulteriori passi falsi. Sarà per questo che Rudi Garcia ribadisce a più riprese il concetto durante la vigilia del testacoda di campionato con il Parma, il fanalino di coda della Serie A immerso in un calderone di problematiche tecniche e societarie.
Il francese preferisce non fidarsi, perché la stagione della Roma ha già dimostrato che le insidie si nascondono dietro ogni angolo e l’ultima vittoria casalinga in campionato è lontana ormai più di due mesi e mezzo (30 novembre scorso con l’Inter). Meglio quindi tenere bassi i toni e alta la concentrazione, dimenticando i proclami passati e puntando soltanto alla concretezza. «Non so se la Roma vincerà tutte le partite fino alla fine, a me basta vincere quella di domani – dichiara il tecnico – ci sarà tempo per fare i conti quindi non parlatemi di Europa League o della sfida con la Juventus, che ora sono soltanto perdite di tempo e concentrazione. Attenzione al Parma, nonostante la posizione in classifica è una squadra che non molla mai».
Liquidata in fretta la domanda su Lotito («In merito ha già parlato ieri il mio presidente») si passa anche all’analisi di quei giocatori che, per motivi opposti, sono finiti negli ultimi tempi sotto la luce dei riflettori. Come Verde, uno dei giovani di talento a cui è stato costretto ad affidarsi durante il periodo di emergenza. Dopo l’ottima prestazione di Cagliari però il rischio di affrettare positivamente i giudizi è aumentato a dismisura. «Lasciatelo tranquillo – ammette preoccupato – non serve bruciarlo. Ha qualità, altrimenti non lo avrei scelto, ma deve ancora imparare molto. Lasciateglielo fare perché la cosa più importante è che lui diventi il futuro della Roma». Nel presente c’è il Parma: ora per Garcia è l’unica cosa che conta.