Neanche il Parma ultimo in classifica e sull’orlo del fallimento riesce a far tornare la vittoria in casa Roma. Altro pareggio deludente (0-0), altro pari in casa e altra prestazione sottotono, sul piano tecnico, tattico e morale. I fischi sono giusti dunque. Vedendo poi il risultato della Juventus in casa del Cesena, i fischi dovrebbero anche aumentare e continuare fino al match di giovedì contro il Feyenoord, una gara che forse può rappresentare un’ancora di salvezza per questa squadra che sta continuando ad affondare. Garcia compreso. Un Garcia sempre più confuso e impacciato, capace di schierare dal primo minuto Gervinho e Doumbia tornati da tre giorni dalla Coppa d’Africa. Scelte incomprensibili, se pensiamo che l’ex Cska ha fatto un solo allenamento con la squadra, senza parlare neanche una parola in italiano, tenendo in panchina un Verde scatenato, capace, in 20 minuti, di far cambiare ritmo ad una squadra moscia e stanca. Crisi nera. E siamo solo a febbraio…
IL MIGLIORE: Alessandro Florenzi
Il jolly della Roma torna nel ruolo di terzino destro, preferito al posto di Torosidis e in un ruolo non suo, si classifica come migliore in campo. Dopo qualche partita in ombra, il giallorosso torna su alti livelli macinando chilometri e chilometri sulla destra e mettendo in mezzo una miriade di palloni (18 per l’esattezza, angoli compresi) senza trovare mai nessuno pronto ad insaccare. A partire dallo spaesato Doumbia ad Ashley Cole che, sempre nel secondo tempo, spreca due clamorose palle gol: prima colpisce il palo di testa e poi spara alto con il sinistro da cinque metri, sempre su assist perfetto del numero 24 che nella prima frazione aveva sfiorato un gol al volo da 30 metri che avrebbe fatto esplodere l’Olimpico. Uno stadio infuriato al termina della gara che riempie di fischi i loro beniamini. Persino il “cocco di nonna” che quei fischi proprio non li merita, proprio lui che è diventato un tappabuchi: «Un po’ sono confuso – dice scherzando Florenzi a fine gara –, chiederò a mia nonna Aurora. Non so più qual è il mio ruolo, ma un “tappabuchi” deve essere sempre disposto a giocare, io mi prendo i pro e i contro di questo ruolo». Forse questo è un po’ lo specchio della confusione che regna in questo periodo in casa Roma…
IL PEGGIORE: Gervinho
Torna nella capitale venerdì dopo le fatiche della Coppa d’Africa con successivi festeggiamenti sfrenati, rimette piede a Trigoria sabato dopo un mese per l’ultimo allenamento prima della sfida contro il Parma e viene schierato titolare domenica contro i gialloblù. Anche per i non amanti del calcio o dello sport in generale, viene più di un dubbio: perché? Perché farlo scendere in campo sin da subito con un allenamento sulle gambe e i festeggiamenti ancora nelle vene? La risposta non si conosce e forse non si conoscerà mai. Fatto è che Gervinho mette in mostra una prestazione orribile, senza la consueta brillantezza fisica e i dribbling ubriacanti che tutti conosciamo. Cammina per larghi tratti e si divora il gol dell’1-0 nel secondo tempo con un piattone di destro dal limite su cross di Ljajic che impegna Mirante nella risposta in tuffo. L’unico squillo di un Gervinho giustamente stanco. Per la cronaca l’etichetta di peggiore in campo l’avrebbe meritata il suo connazionale Doumbia, ma essendo a Roma da tre giorni, anche lui dopo ore e ore di bagordi post coppa d’Africa, non potevamo chiedergli molto di più. Per maggiori informazioni chiedere di Garcia…
Leonardo Esposito (Twitter @Lnrd_Spst)