(D.Galli) – Non li chiama americani, ma «gli amici americani». Lo faceva anche quando i rapporti tra Unicredit, che rappresenta, e la cordata guidata daDiBenedetto erano tesi. Figuriamoci adesso che l’intesa è totale. Totale sul serio.
I riposizionamenti della cordata, come li chiamano a Trigoria, non devono impensierire i tifosi della Roma.
«Non cerchiamo nuovi capitali, ma nuovi mercati. Questa cordata è solida». Parola di Roberto Cappelli, professione romanista («ok, facciamo l’intervista, così ne approfitto per fare gli auguri ai tifosi giallorossi»). È uno degli Avvocati della Roma. Quelli con la erre maiuscola sono due. C’è l’Avvocato di sponda americana, quel Mauro Baldissoni, figura mitologica che vive per metà nello Studio Tonucci e per metà sullo scooter col quale svicola per Roma. E poi c’è lui, appunto. Roberto Cappelli. Per metà Avvocato di Unicredit, per metà vicepresidente della Roma, dopo essere stato a capo della società per qualche mese in questo 2011.
Avvocato Cappelli, questa cordata è solida?
Certamente sì. È la stessa che c’era quando abbiamo cominciato e l’abbiamo detto subito che era solida. Ed è la stessa cordata che ha già investito con l’aumento di capitale. È composta da quattro investitori che sono tutti molto solidi. E dunque, da questo punto di vista – quello economico, intendo – problemi non ce ne sono. Personalmente, senza volerci leggere lo stravolgimento che qualcuno ha voluto vederci (Cappelli si riferisce alle indiscrezioni sul presunto disimpegno di qualche socio, ndr), il fatto che ci sia la conferma dell’impegno da parte di Pallotta è una splendida notizia. Lo è per tutti. Perché vuol dire che più di un investitore mantiene un impegno forte nella società.
Però Pallotta sta cercando altri soci.
Premesso che fin dall’inizio eravamo aperti alla possibilità di far entrare altri investitori che fossero sinergici con la società, che fossero sinergici con il progetto, questo non significa cercare fondi. I fondi ce li hanno. I fondi ci sono. Noi non stiamo cercando un tizio qualsiasi che porti dei soldi, ma qualcuno che abbia la capacità di aprire dei nuovi spazi, dei nuovi mercati, per la società. Si parla tanto dei cinesi, ma non è un caso. È chiaro che un investitore cinese costituirebbe un’apertura verso i mercati asiatici che sono oggi quelli più interessanti. Dove lo sviluppo può essere maggiore. Mercati diversi potrebbero non avere lo stesso appeal, per intenderci.
Quindi, ribadiamolo: non c’è un problema di assenza di liquidità.
Non l’ho mai interpretata come una ricerca di capitali. È la ricerca di partner che siano in grado di facilitare l’accesso a dei mercati interessanti.
E di questo lavoro di ricerca vi state occupando sia voi, sia la cordata americana?
Abbiamo assolutamente gli stessi obiettivi. Lavoriamo tutti nell’interesse della Roma e lo facciamo in piena sintonia. Poi è chiaro che la guida spetta ai nostri amici americani, ma noi una mano gliela possiamo dare, anche per il tipo di struttura che abbiamo.
Ma per quanto tempo Unicredit pensa di restare nel capitale della Roma?
Siamo investitori di lungo termine. Perché a questo punto il nostro interesse è quello di valorizzare la quota che deteniamo. Se la dovessimo vendere oggi, ai valori ai quali sono entrati gli americani, non avrebbe molto senso. Siccome lo scopo è quello di valorizzare la partecipazione, noi ci auguriamo che tra cinque, sei, sette anni questa partecipazione abbia un valore molto maggiore. L’obiettivo è questo.
I romanisti sognano per il 2012 il rinnovo di De Rossi.
Io sono abbastanza ottimista. Baldini sa quali sono i margini che ha per chiudere e io ritengo che quei margini siano sufficienti per farlo. Quindi, mi auguro che questa offerta venga condivisa anche dal giocatore. Però, le ripeto, sono ottimista. Sono convinto che il 2012 ci porterà questo rinnovo.
E il 2012 cosa può portare alla Roma?
Il consolidamento di quei progressi che già si sono cominciati a vedere. Personalmente, sono dell’idea che siamo ancora al 50% delle nostre potenzialità. Mi aspetto una prima parte del 2012 di consolidamento, appunto, e una seconda di grandi soddisfazioni.